Miuccia Prada disegna la nuova ragazza Miu Miu, alle sfilate primavera estate 2020 alla Fashion Week di Parigi, puntando ad un'eleganza femminile incentrata sulla libertà creativa, resa possibile da tagli e dei materiali e dall'attenta lavorazione dei capi. "Ho voluto che anche nei vestiti le forme severe e semplici fossero decorate in maniera molto naïf, come quando si effettuano i decori avendo pochi mezzi" spiega la stilista. Una tesi che spiega i motivi dell'ambientazione della sfilata a Parigi ideata dallo studio Amo , che ha rivestito con pannelli di legno Osb il pavimento e le colonne della Salle Hypostyle del Palais d'Iena, disegnata dall’architetto Auguste Perret, inserendovi in posizione decentrata una installazione dalla monumentalità sbilanciata. In pedana sfilano cappotti-gilet in pelle e vinile decorati con maxi fiori, giacche senza maniche in Principe di Galles, cardigan corti sottolineano spalle e busto, gonne a pieghe con bretelle e bottoni evidenti o gonne con ruche che rivelano il ginocchio. Gli accessori sono borse rigide come panieri con o morbide come guanti, con manici annodate. Palette con tanto bianco e verde, tocchi di oro, classici stivali stringati che si stringono intorno alla gamba fino al ginocchio, sandali in pelle metallizzata e ballerine in pelle intrecciata.
C’è una provocazione nell’accostamento tra concetti inusuali, negli abbinamenti improbabili. Estremi di semplicità e complessità, preziosismo e naturalezza, minimalismo e massimalismo vengono liberamente combinati tra loro. Una nuova estetica trovata nell’incompiuto, nella libertà. Sia in senso letterale che metaforico, i capi sono presentati come tele, immortalate apparentemente nel mezzo dell’esercizio creativo, come in una pausa dell’azione. Alcuni diventano la base per una decorazione improvvisata, applicazioni di volant rotti e increspature, a collage, ancora incomplete; altri nascono dalla tela di un artista, dipinta a mano a disegni floreali in modo libero e casuale, con un approccio decorativo declinato anche nelle borse. Simili a gioielli, bottoni ‘sbagliati’ si trasformano in elementi di spicco. Gli abiti sono drappeggiati direttamente sulla figura e composti da pannelli di tessuto combinati tra loro a piacere, legati e annodati per ravvivare e sorprendere l’insieme, alcuni con decorazioni di fiori in stoffa. Materiali comuni di uso quotidiano vengono trasferiti nella sfera del lusso: cotone, tela, voile di lana, bijoux che combinano elementi rurali e industriali per collane e accessori. In contrasto con l’innocenza e l’immediatezza di queste idee, le forme sono invece sofisticate. Le silhouette sono severe, disadorne e pure, ispirate a uniformi e abbigliamento da lavoro: scamiciati, grembiuli, cappotti cocoon senza maniche, dal taglio sartoriale e preciso. La loro austerità lascia spazio a stravaganze, bilanciando due estremi opposti che si attraggono tra loro.
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