"Non sono numeri grandi
quelli di imprenditori e commercianti che a Reggio Calabria
hanno denunciato di essere vittime del racket delle estorsioni,
ma sono numeri significativi in un contesto ed in un territorio
come questo". Lo ha detto don Luigi Ciotti, fondatore di Libera,
a Reggio Calabria per rilanciare l'iniziativa
"ReggioLiberaReggio-La libertà non ha pizzo", promossa dal
movimento sette anni fa.
"E' un percorso che deve crescere - ha aggiunto don Ciotti -
e che deve allargarsi. Nel momento in cui la magistratura sta
concludendo importanti operazioni contro la 'ndrangheta è
necessario avere più forza e più coraggio dimostrando che il
cambiamento è possibile. Sta crescendo il numero delle persone
che hanno la forza ed il coraggio di denunciare. Persone che non
possono essere lasciate sole. Allora c'è bisogno che le
istituzioni accelerino i tempi e le modalità per essere loro più
vicine, superando le difficoltà provocate da certi meccanismi
burocratici. Ed al contempo è necessario che i cittadini si
assumino maggiormente la loro parte di responsabilità. La
libertà è un dono che tutti noi abbiamo avuto. Chi è libero,
però, deve impegnare la sua libertà per aiutare chi libero non
è. Chi è senza lavoro, chi è povero, non è libero perché é
schiacciato anche dalla violenza mafiosa e dalle forme di usura,
di corruzione, di 'ndrangheta. Ciò che serve, allora, é una
rivolta delle coscienze e dei cittadini assieme alle istituzioni
serie, quelle impegnate, come la magistratura".
"Il seme piantato sette anni fa - ha concluso il fondatore di
Libera - sta crescendo. Sono 43, finora, gli imprenditori ed i
commercianti che si sono ribellati al racket. E' un dato
significativo a Reggio Calabria. Questo, comunque, é il tempo
della responsabilità. Ognuno è chiamato a fare la propria parte.
Occorre sconfiggere la malattia più terribile, quella della
rassegnazione e dell'indifferenza. Non ha alcun senso pensare
che certe cose non cambieranno mai. Non è vero!".
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