Nell'Italia centrale c'è il ''più
grande cratere sismico della storia del Paese, ma non sono
convinto che il problema dei ritardi nella ricostruzione sia
legato alla necessità di chissà quali deroghe. La ricostruzione
ha un impianto derogatorio fortissimo: dovremmo chiederci
piuttosto come mai su 21 scuole che devono essere ricostruite
sono partiti solo 2 cantieri. Se il Commissario fa le gare e
nessuno presenta un'offerta, non è colpa della magistratura,
dell'Anac, o del Codice degli appalti''. Il presidente
dell'Autorità anticorruzione Raffaele Cantone ha cercato di
sfatare alcuni luoghi comuni sul post sisma, intervenendo ad
Ancona ad un convegno sul Codice degli appalti per la
ricostruzione insieme al presidente della Regione Marche Luca
Ceriscioli, al procuratore generale presso la Corte di Appello
di Ancona Sergio Sottani, e ai senatori Stefano Esposito e
Camilla Fabbri, presente anche il presidente dell'Ance Marche
Costanzo Perlini.
Cantone ha sottolineato che di fronte alla possibilità di
appaltare opere con le procedure speditive consentite dal Codice
in caso di emergenze e calamità, ''molte amministrazioni locali
che venivano a protestare a Roma per i ritardi erano poi in fuga
sistematica dal potere di firma''. Per paura di incorrere in
sanzioni o denunce, amministratori e funzionari fanno un passo
indietro, un meccanismo che ''non ha nulla a che vedere con le
norme e la burocrazia''. Secondo Cantone ''non risolviamo il
problema con deroghe a 360 gradi'', ma dando più potere alle
Regioni, ''con una regia comune all'interno del Commissariato
per la ricostruzione''. Prestando la massima attenzione ai
rischi di infiltrazioni mafiose, che, hanno ricordato sia
Cantone sia Sottani, ''quando in un territorio arrivano tanti
soldi e si lavora con un sistema emergenziale, non sono un
pericolo ma una certezza''. Perplessità sulla scelta di
Invitalia come unica centrale appaltante sono state espresse da
Ceriscioli, che auspica un sistema tale da ridurre le lungaggini
connesse ai ricorsi e all'attività dei 'riservisti' che
affiancano le aziende: ''Mi piacerebbe che l'impresa che vince
una gara realizzasse l'opera nei tempi dovuti. Poi, ultimati i
lavori, discutiamo di tutto''. Esposito, relatore della legge
per il nuovo Codice degli appalti, è stato più esplicito: ''lo
spirito del Codice non era quello di avere Invitalia come unica
stazione appaltante. Una scelta che non ho condiviso. Se dai
responsabilità ai governatori-vice commissari, devi dargliele
fino in fondo''.
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