"Ho sentito fare un'obiezione: Libera
si occupa di mafie, che c'entra con i migranti? Chi la pensa
così non tiene conto di un fatto fondamentale. La lotta alle
mafie è, nella sua stessa sostanza, lotta per la libertà e la
dignità delle persone. Lotta contro le ingiustizie e le
violenze". Lo scrive don Luigi Ciotti, fondatore di Libera, dopo
la manifestazione con le magliette rosse promossa il 7 luglio
scorso.
"Libera - senza perdere la sua specificità, anzi
arricchendola - non può fare a meno di occuparsi di migranti,
come non può fare a meno di occuparsi di povertà e così di
lavoro, di scuola, di sanità, cioè di quello Stato sociale
ridotto a brandelli da un sistema che ormai non si fa più
scrupolo di affermare che la dignità della persona è una
variabile economica, non un diritto umano, sociale, civile".
"Libera - ricorda don Ciotti - è apartitica: nessuno può
affibbiarle etichette o metterci sopra le proprie insegne.
Apartitica ma non apolitica, se politica significa sentirsi
responsabili del bene comune, fare la propria parte per
difenderlo e per promuoverlo, come ci chiede la Costituzione. È
questo che da sempre cerchiamo di fare, nella convinzione che
l'impegno sociale non sia mai neutrale, né limitato alla sola
solidarietà. Accogliere è importante, anzi fondamentale, ma lo è
altrettanto il denunciare le cause dell'esclusione e operare per
eliminarle. Se manca questo aspetto l'impegno sociale rischia di
diventare "delega alla solidarietà", perdendo la sua visione, la
sua carica propulsiva e innovativa".
Don Ciotti ricorda che Libera "non ha mai detto "accogliamoli
tutti" ed è disonesto chi ci attribuisce queste semplificazioni.
Da sempre sosteniamo che l'immigrazione è un problema enorme e
complesso, che richiede interventi simultanei: riscrivere la
convenzione di Dublino; modifiche strutturali ad un sistema
economico che innesca conflitti e produce povertà dunque
migrazioni; creare le condizioni perché chi vive in Africa e in
altre regioni del mondo che l'Occidente ha sfruttato e
colonizzato, possa farlo in dignità; impostare politiche
d'interazione che sappiano coniugare accoglienza e sicurezza".
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