"Durante gli anni scolastici
2019-2020 e 2020-2021 le scuole Italiane hanno chiuso più a
lungo rispetto al resto del mondo, e questo è avvenuto anche, e
più strutturalmente, con l'arrivo del governo Draghi. La
preoccupazione soltanto formale, mai sostanziale, dell'esecutivo
per la scuola in presenza ha consentito che, a dispetto dei
timidi provvedimenti ufficialmente adottati dal governo (solo e
soltanto grazie alla sentenza del Consiglio di Stato), gli
amministratori locali abbiano spesso utilizzato la Dad in forma
"preventiva" (e non per reale emergenza epidemiologica)
scaricando sugli studenti e sulle loro famiglie l'intera
responsabilità della gestione della pandemia". Lo afferma la
Rete nazionale delle scuole in presenza per la quale "Nessuna
azione pubblica strutturale, nazionale o locale, in materia di
trasporti pubblici, areazione o edilizia scolastica, è stata
assunta dal governo centrale né dalle amministrazioni locali per
garantire la scuola in presenza anche in zona rossa, come è
avvenuto all'estero. La Dad preventiva sta nuovamente facendo
capolino attraverso uno dei suoi più zelanti apripista: è di
oggi la notizia che il presidente della Regione Campania abbia
pronta un'ordinanza di chiusura di tutte le scuole elementari
per tutto il mese di gennaio 2022".
"Il risultato della totale inattività del governo
a favore della scuola in presenza emerge chiaramente anche dai
dati che riguardano la salute psicofisica degli alunni: il
tracollo nella preparazione degli studenti italiani dopo quasi
due anni di didattica a distanza, soprattutto nelle scuole
superiori italiane - di cui gli ultimi risultati dei test
Invalsi sono solo la prova più concreta - lo smisurato aumento,
per le fasce adolescenziali, di diagnosi di disturbi mentali e
comportamentali, di prescrizioni di psicofarmaci e di atti di
autolesionismo gravi o fatali (348 tentativi di suicidi e 413
suicidi - uno ogni 18 ore - secondo l'Osservatorio Suicidi Covid
19), sono segnali d'allarme dai quali la Rete, inascoltata, non
ha distolto lo sguardo". "Alla luce delle sentenze con esito
positivo, che hanno decretato l'illegittimità delle ordinanze
che hanno determinato la chiusura delle scuole, a macchia di
leopardo, su tutto il Paese, si è ormai aperta la strada al
risarcimento dei danni subìti dagli alunni della scuola
primaria, secondaria di primo e secondo grado: gli
amministratori dovranno risponderne con le casse dell'erario
pubblico. Forti di queste iniziative e del lavoro incessante
della Rete, gli studenti, i genitori e gli insegnanti aderenti
alla Rete Nazionale Scuola in Presenza promettono altrettanto
impegno per il 2022. La magistratura ha sempre dato ragione alle
evidenze scientifiche e giuridiche esibite. Se chiude la scuola,
chiude il Paese".
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