Due giovani studenti,
impossibilitati a frequentare le lezioni perché figli di un
testimone di giustizia e a rischio di perdere l'anno scolastico,
hanno seguito un programma mirato di formazione che alterna
lezioni domiciliari ad attività didattiche a distanza. E' la
soluzione - resa nota dalla Prefettura di Reggio Calabria -
trovata grazie alle sinergie istituzionali che si sono attivate
dopo la segnalazione di un sacerdote.
Le linee guida operative obbligano all'adozione di rigide
misure di sicurezza, per cui gli studi dei due ragazzi erano a
rischio. Dopo la segnalazione ricevuta l'istituto scolastico
reggino e l'Ufficio scolastico provinciale, il Servizio centrale
di protezione del ministero dell'Interno, la Procura della
Repubblica e la Prefettura di Reggio Calabria, hanno avviato un
dialogo per individuare le più idonee soluzioni per garantire le
esigenze di protezione con quelle del diritto allo studio ed
alla formazione. E' così che si è giunti alla conclusione di
predisporre - "con tutte le cautele del caso" sottolinea la
Prefettura - un programma mirato di formazione in sinergia tra
Uffici scolastici, Prefettura, Servizio centrale di protezione -
Nop, d'intesa con la Procura.
"Si è trattato - è scritto in una nota della Prefettura - di
un percorso innovativo, mai sperimentato prima, che ha
consentito ai due giovani, affiancati con discrezione e
professionalità dal Gruppo speciale del Servizio protezione, di
poter fruire di un modulo didattico 'straordinario', conseguendo
proficuamente il diploma. Un esempio di 'buone prassi' delle
pubbliche amministrazioni, in favore di una famiglia a rischio,
frutto di un proficuo, intelligente e responsabile dialogo
istituzionale".
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