Per la prima volta dieci detenuti
della casa circondariale di Pescara "usciranno" per una missione
speciale: partecipare al pellegrinaggio della sezione Abruzzese
dell'Unitalsi (Unione Nazionale Italiana Trasporto Ammalati a
Lourdes e Santuari Internazionali) a Loreto. Una presenza non
solo simbolica, ma anche concreta perché saranno impegnati in
tutte le attività di assistenza e sostegno alle persone disabili
che prenderanno parte al pellegrinaggio che si terrà dal 1 al 2
luglio 2017. Le loro mansioni saranno diverse dalla cucina, al
settore bagagli fino alle sale dell'Illirico di Loreto dove
verranno ospitate le persone malate e disabili.
L'iniziativa ha come slogan "Oltre le barriere" ed è stata
organizzata dalla sottosezione di Pescara dell'Unitalsi in
collaborazione con al direzione della Casa circondariale del
capoluogo abruzzese. I dieci detenuti, che sono stati
individuati in base al loro percorso e alla loro storia
giudiziaria, sono di età diverse che va dai 35 ai 55 anni.
Per prepararli a questa nuova esperienza sono stati organizzati
due momenti d'incontro di conoscenza e formazione in carcere.
"Un'iniziativa nella quale crediamo profondamente - spiega
Federica Bucci, presidente della sottosezione dell'Unitalsi di
Pescara - anche perché la sottosezione di Pescara già da un
paio d'anni ha avviato una bella collaborazione con il carcere,
prima portando pellegrina la Madonna di Lourdes, poi l'anno
scorso la Madonnina di Fatima grazie all'amicizia nata con suor
Livia, al prezioso lavoro che lei svolge con i detenuti e
all'ottimo rapporto che si è instaurato con il direttore del
carcere, Franco Pettinelli.
"Una bellissima iniziativa - spiega Alessandra Bascelli,
presidente della sezione abruzzese dell'Unitalsi - che auspico
possa essere replicata non solo nelle altre sezioni della nostra
Associazione , ma anche e soprattutto a Lourdes che è il cuore
dell'Unitalsi".
"La Casa Circondariale di Pescara - spiega Federica Caputo,
Funzionario Giuridico-Pedagogico della Casa Circondariale di
Pescara - incoraggia la partecipazione dei ristretti ad attività
di volontariato, specie negli ultimi tempi, considerato che
l'Istituto ha accolto diversi progetti di giustizia riparativa,
siglando accordi con le Associazioni del territorio e gli Enti
Locali. Crediamo fermamente che tale partecipazione, oltre a
favorire il confronto con la società esterna, possa aiutare il
detenuto a rielaborare in senso critico la condotta
antigiuridica e ad adottare scelte di vita socialmente
accettabili".
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