- CAPODARCO DI FERMO - Un piano per riportare
acqua in un fiume deserto, il viaggio verso l'Europa visto con
gli occhi di un bambino, i minori soli che tentano di
attraversare la frontiera, il glifosato, l'erbicida più venduto
al mondo, il lavoro che non c'è, la pratica della contenzione,
la violenza sulle donne. Sono le storie e i temi dietro i video
e audio cortometraggi vincitori del premio L'Anello debole 2017,
assegnato ieri sera, 24 giugno, nella penultima serata del
Capodarco L'Altro Festival.
Erano 187 le opere in concorso, italiane e da 14 paesi nel
mondo (Marocco, Uganda, Ecuador, Australia, Francia, Malta,
Bosnia, Iran, Regno Unito Svizzera, Russia, Spagna, Usa e
Afghanistan) di cui 22 finaliste. Un'edizione, come ha
sottolineato il presidente della Comunità di Capodarco, don
Vinicio Albanesi, di "qualità altissima", qualità cresciuta
negli anni costantemente. Le opere finaliste erano state scelte
dalla giuria di qualità del premio e poi votate dai componenti
della giuria popolare durante la proiezione-maratona della
"Notte dei corti" di venerdì 23 giugno.
Ex equo nella sezione Corti della realtà, con il premio
assegnato a "Io sono Aziz" di Valerio Cataldi, il viaggio verso
l'Europa visto con gli occhi di un bambino, (trasmesso dalla
Rai, Tg2 dossier) e a "Glifosato: l'erbicida nuoce alla salute
del mondo?" di Alessandro Casati e Gaetano Pecoraro, (Italia 1,
Le iene.), servizio forte sull'utilizzo di questo erbicida, che
è il più venduto al mondo. Premio speciale della giuria di
qualità a "Uncut", di Simona Ghizzoni ed Emanuela Zuccalà, opera
prodotta dall'associazione culturale Zona, sul tema delle
mutilazioni genitali, raccontato attraverso la drammaticità
delle storie e dei volti. Il premio per la sezione Corti di
Fiction è andato a "Swimming in the desert" di Alvaro Ro, una
produzione Spagna-Usa: storia di un piano speciale, quello di
riportare acqua in un fiume asciutto. In questa categoria,
Premio speciale della Giuria a "Chocolate wind" di Ilia
Antonenko che affronta, con un finale a sorpresa, il tema dei
moderni reclutatori e delle modalità di persuasione.
Il premio per i Cortissimi della realtà è andato a "Il
cammino dei migranti verso la Francia", di Alice Martinelli
(trasmesso su La Gabbia/La7), protagonisti i minori stranieri
soli che da Ventimiglia percorrono pericolosi sentieri di
montagna nella speranza di superare la frontiera. Nella
categoria anche una menzione a "Carla, la disabile sfrattata
dalla camorra" di Antonio Crispino (Corriere TV).
Nella sezione Cortissimi di fiction vince un'opera inedita,
"Stai sereno" di Daniele Stocchi, prodotto da Antonin Bobò.
Infine il premio per la sezione Ultracorti è andato a lo spot
"Amore criminale" della Direzione creativa Rai, trasmissione
ormai alla settima edizione che racconta storie vere di violenza
sulle donne.
Il premio per gli audio cortometraggi è andato a "Crocifissi"
di Lorenzo Ascione e Maria Gabriella Lanza, un'opera
autoprodotta (trasmessa su Radio Radicale) che racconta la
pratica della contenzione e dei segni indelebili che essa lascia
sulle persone. Menzione a "Il grande sbarco" di Matteo Tacconi
(Radio svizzera italiana), il racconto dell'arrivo, il 6-7 marzo
1991, di 25 mila albanesi a Brindisi. Menzione a "Nicole
Orlando, campionessa speciale" di Germana Brizzolari (Rai Radio
Due); è diventata famosissima nell'estate del 2015, quando, ai
mondiali per persone con sindrome di Down, in Sudafrica, ha
vinto 4 ori e un argento
Quest'anno per la prima volta la Comunità di Capodarco ha
voluto assegnare un premio speciale, che è andato a due opere,
scelte per la loro qualità e il valore del loro messaggio. A
"Baby boss: il far west di Napoli" trasmessa da Le Iene (Italia
1), che racconta la nuova guerra di camorra a Napoli dove sono
coinvolti ragazzi molto giovani. A ritirare il premio gli autori
Francesca Di Stefano e Giulio Golia, volto molto noto del
programma, che nel servizio intervista i giovani membri di una
"paranza" di Scampia. Premio anche a "Il nostro Rigopiano" di
Michela Suglia, giornalista dell'ANSA, un'opera autoprodotta
sulla tragedia di Rigopiano, vista con gli occhi e la commozione
dei soccorritori, che ha dato voce all'impegno e alla dedizione
di chi opera in contesti difficili, con umanità e competenza.
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