Con l'inizio del nuovo anno
scolastico, le famiglie italiane si trovano a fare i conti con i
crescenti costi dell'istruzione e a dover affrontare sfide sia
economiche che organizzative sempre più complesse legate alla
qualità dei servizi scolastici, alla disponibilità e alla
rinuncia in alcuni casi ad attività extra-scolastiche e
all'importanza del supporto psicologico per i ragazzi. È quanto
emerge dall'indagine Udicon (Unione per la difesa dei
consumatori), realizzata dall'Istituto Piepoli sul tema scuola
effettuato nel mese di settembre, a pochi giorni dal suono della
campanella.
Uno dei temi centrali dell'indagine riguarda il servizio mensa
nelle scuole. Il 74% delle famiglie usufruisce del servizio di
mensa scolastica, un dato che evidenzia l'importanza di questo
servizio, soprattutto per moltissimi genitori lavoratori.
Tuttavia emergono disparità rilevanti nella qualità percepita
del cibo offerto. Un 26% di famiglie non vi accede per ragioni
come la mancanza del servizio nella scuola (43%) e la sfiducia
nella qualità del cibo (23%). Mentre al nord il livello di
soddisfazione è mediamente alto, al sud il 44% delle famiglie si
dichiara insoddisfatto della qualità dei pasti. Il 76% degli
intervistati esprime in generale un giudizio positivo (voti tra
6 e 10) sul servizio mensa, ma solo il 30% assegna punteggi più
alti (8-10).
L'aumento del costo della vita sta avendo un impatto sulla
spesa delle famiglie per istruire i propri figli. Secondo
l'indagine, il 50% delle famiglie spenderà tra i 100 e i 300
euro per l'acquisto di libri e materiale scolastico, mentre una
famiglia su sette (14%) prevede di spendere oltre 500 euro.
Questo ha ripercussioni non solo sui bilanci familiari, ma anche
sulle decisioni legate all'acquisto di libri nuovi o usati. Il
40% delle famiglie acquisterà libri nuovi, mentre il 39% opterà
per un mix tra nuovo e usato e solo il 17% si affiderà
esclusivamente ai libri di seconda mano. Il costo dei libri
scolastici continua a rappresentare una voce di spesa importante
e per molte famiglie difficile da sostenere.
Un aumento della spesa che rischia di ripercuotersi sulle
attività extra-scolastiche dei bambini: il 36% delle famiglie
afferma che dovrà rinunciare a parte di queste attività, con lo
sport (38%) e le gite scolastiche (22%) tra le principali
vittime di questi tagli. Si tratta di una scelta che rischia di
penalizzare lo sviluppo fisico e sociale dei ragazzi, privandoli
di esperienze formative fondamentali per il loro percorso di
crescita.
Un dato particolarmente significativo emerso riguarda
l'importanza attribuita dalle famiglie alla presenza di uno
psicologo nelle scuole. L'81% delle famiglie considera
fondamentale il supporto psicologico per gli studenti, un tema
che ha guadagnato centralità, soprattutto in un periodo così
complesso per la salute mentale dei giovani. Gli adolescenti, in
particolare, affrontano sfide su più fronti e la figura dello
psicologo scolastico può rappresentare un sostegno
indispensabile per affrontare pressioni emotive e difficoltà
personali.
"L'indagine mette in luce le crescenti difficoltà economiche
affrontate dalle famiglie italiane. L'aumento del costo della
vita, aggravato dall'inflazione, sta avendo un impatto diretto
sulle scelte quotidiane, come l'acquisto di materiale scolastico
in alternativa alla possibilità per i ragazzi di partecipare ad
attività extra-scolastiche. È inaccettabile che le famiglie
debbano rinunciare a queste attività fondamentali per lo
sviluppo fisico e sociale dei nostri giovani. È necessario
introdurre misure concrete, come sussidi o agevolazioni fiscali,
per alleggerire il peso economico sulle famiglie". Lo afferma
Martina Donini, presidente nazionale di Udicon.
"Un altro tema cruciale - conclude Donini - è quello del
supporto psicologico nelle scuole".
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