(di Angelo Cerulo)
Recuperare e valorizzare il ruolo
della medicina del territorio "per contrastare una visione
'ospedalocentrica' in favore di un'assistenza domiciliare
integrata con il pieno coinvolgimento degli specialisti" e
dotando "i medici di famiglia delle armi giuste per combattere",
ma soprattutto mettere la sanità nelle condizioni di rispondere
alle esigenze dei cittadini "investendo importanti risorse dopo
anni di sostanziale abbandono del settore" messo
"drammaticamente alla luce dalla pandemia". Così all'ANSA il neo
presidente dell'Ordine dei Medici di Napoli e provincia, Bruno
Zuccarelli, 67 anni, sposato e con un figlio, eletto ieri
all'unanimità dal Consiglio direttivo, dopo esserne stato alla
guida nel periodo 2012-2014. Zuccarelli guiderà ora l'Ordine
dal 2021 al 2024. "E' importante puntare sulla medicina del
territorio - insiste il neo presidente -perché solo così si può
attuare una svolta vera al servizio dei cittadini".
Ma alcuni medici di medicina generale sono stati criticati per
il loro mancato contributo nella campagna di vaccinazione…. "Non
vedo bene i colleghi che hanno frapposto ostacoli - dice
Zuccarelli - abbiamo il dovere di dare risposte. Dopo un
iniziale sbandamento ora non è più corretto assumere
atteggiamenti di disimpegno: dobbiamo svolgere il nostro ruolo
senza se e senza ma". Il medico ricorda l'impegno dell'Ordine
per dare una mano e aiutare i cittadini rispetto ai vaccini:
"L'Ordine da diverse settimane, in collaborazione con l'Asl
Napoli 1, ha attivato una linea verde con 80 sanitari che,
prestando servizio gratuitamente, orientano correttamente i
cittadini". Perché, dice, il vaccino non ha alternative:
"Abbiano registrato la sconfitta dell'Europa e anche i medici
napoletani sono rimasti delusi dalla mancanza di dosi ma ora è
il momento di serrare i tempi, fare di tutto per accelerare le
vaccinazioni, i prossimi 3 mesi saranno decisivi".
In questo contesto e a partire dall'esperienza della pandemia
occorre invertire la tendenza e puntare sui giovani, sulla loro
formazione, sulle prospettive. "Abbiano dovuto assistere a tagli
nella sanità fatti con l'ascia e non il bisturi con la
conseguenza che non si è assunto più nessuno per oltre dieci
anni. Manca una massa critica, mancano i cinquantenni, non
abbiamo investito nelle specializzazioni e nelle borse di studio
triennali. Non siamo degli eroi, ma pretendiamo rispetto per
avere un futuro". Cosa fare per incentivare i giovani a
scegliere il settore pubblico e non andare al Nord? "Bisogna
puntare su meritocrazia e incentivi; certo, non si può dare
tutto a tutti, ma occorre creare le migliori condizioni per le
giovani leve affinchè scelgano il pubblico e restino a Napoli,
in Campania".
In ogni caso, a giudizio di Zuccarelli, "non si possono
mortificare le professionalità. La vicenda del '118' è
emblematica. Dopo aver fatto una scelta di sacrificio, dopo
essere stati aggrediti, picchiati, minacciati, ora al danno si
aggiunge la beffa con la richiesta di restituzione dei soldi ai
medici. Assurdo. Serve un intervento regionale presso la Corte
dei Conti. Si corre il rischio di 'demedicalizzare' le
ambulanze, di privatizzare il servizio: un'ipotesi da respingere
con forza. Occorre, invece, qualificare sempre più il 118".
Al centro del discorso torna il tema delle risorse per la
sanità: "Chiudere gli ospedali perché non sicuri può anche
essere una scelta condivisibile ma se l'alternativa mortifica il
territorio e propone strutture altrettanto insicure, qualche
dubbio viene. Inoltre, va ricordato che sono stati depauperati i
dipartimenti di prevenzione. Oggi occorrono ospedali sicuri e
attrattivi, assistenza territoriale e presa in carico del
paziente realmente integrata". E ancora: "Per anni il settore è
stato considerato un bancomat al quale attingere. Certo, non
bisogna buttare i soldi ma il covid ha fatto venir fuori
problemi latenti come la parcellizzazione del sistema; non
invoco un ritorno alla centralizzazione ministeriale, ma un
maggiore e forte coordinamento sì, è necessario, proprio per
assicurare livelli omogenei di assistenza per tutti e in tutte
le realtà regionali".
Ma qual è lo stato di salute della sanità napoletana, campana?
"La Campania - dice Zuccarelli - ha dovuto scalare una montagna
considerando il livello di partenza, il depauperamento avvenuto
negli anni, sia in termini di investimenti sia in termini di
risorse umane. Ora è il momento di voltare pagina e le
istituzioni devono collaborare, non scontrarsi. Lo chiedono i
cittadini, lo impone la pandemia. Ci sono molti segnali
positivi. Finalmente si comincia a programmare, a scegliere di
crescere, ci sono importanti novità come l'annuncio
dell'istituzione del Pronto Soccorso al Nuovo Policlinico, un
atto meritorio". "Ora sentiamoci tutti uniti nella battaglia al
covid e ricordiamo a tutti, ai medici e ai cittadini, che il
vaccino non ha alternative; vinciamo questa guerra" conclude
Zuccarelli.
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