Otto pranzi che sono stati momenti
di festa con i poveri incontrati durante tutto l'anno, come in
una grande famiglia dove si confonde chi serve e chi è servito.
E non è mancato un regalo per ciascuno, consegnato da Babbo
Natale, con il proprio nome scritto sulla busta. Un dono
personalizzato per ricordare che nessuno viene dimenticato.
Nella chiesa di San Pietro martire a Napoli erano in 200 i
poveri a tavola. Con loro il cardinale Crescenzio Sepe. Sempre a
Napoli, ci sono stati altri pranzi nel centro storico nelle
chiese dei Ss. Filippo e Giacomo e San Nicola al Nilo, mentre
gli studenti della scuola di lingua e cultura italiana hanno
festeggiato il Natale nella sede della Scuola al Ritiro di San
Nicola al Nilo con canti e balli delle diverse tradizioni.
A San Giovanni a Teduccio, nella sede della Comunità, un
pranzo con i disabili, le famiglie povere, rom e migranti. Alla
Sanità, nella chiesa S.Maria Succurre Miseris ai Vergini ancora
un pranzo con anziani soli, senza dimora e famiglie povere. A
Pozzuoli, nel Centro Caritas San Marco, un pranzo gourmet per 40
senza fissa dimora, cucinato dallo Gabriele Palma, a cui ha
partecipato il vescovo Carlo Villano. Infine, ad Aversa nella
chiesa S. Maria Assunta l'ultimo pranzo con anziani, migranti,
senza dimora e famiglie povere, dove è intervenuto il vescovo
Angelo Spinillo.
Tanti volontari provenienti da diversi luoghi della Regione
si sono uniti all'ultimo istante per dare una mano e trovare un
senso al loro Natale. Un Natale di solidarietà che è stato un
segno di speranza in un tempo difficile, segnato dall'aumento
della povertà, dalle guerre e da una grande solitudine.
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