Al via a Napoli l'esposizione degli artisti Omar Ibrahim e Nidaa Badwan ospiti dell'Accademia di Belle Arti nell'ambito del progetto Frontiere Creative Lab cominciato a maggio insieme con l'artista Laura Lio.
L'iniziativa è frutto del lavoro condotto dall'Ufficio Internazionalizzazione dell'Accademia impegnato da diversi anni nel valorizzare rapporti di ricerca con Enti e Università di Paesi del Mediterraneo che ha portato a consolidare le iniziative tra l'Accademia di Napoli e istituzioni internazionali quali Head of Scenography Department Lebanese University, Institute of Fine Arts Ecole Superieure d'Arte Pays Basque - Paris Gaza- Palestina Jesuit Cultural Center Alexandria D'Egipt Faculty of Arts - University of Pristina Kosovska Mitrovica New Humanity for a United World. Gli artisti impegnati in un workshop che ha visto coinvolte le scuole di Graphic Design, Fashion Design, Scenografia, Pittura, Fotografia, Decorazione e Grafica d'Arte hanno presentato i lavori "realizzati nel tempo e frutto di un percorso artistico impregnato di tematiche attiviste e sociali" come è stato spiegato. "Il progetto è nato con l'intento di avvicinare artisti di zone caratterizzate da complessità e difficoltà oggettive ma ricche di comuni radici culturali" sottolineano i professori Adriana De Manes ed Enzo Gagliardi dell'Ufficio Internazionalizzazione.
Nidaa Badwan è palestinese, della striscia di Gaza: "Si chiuse in una stanza, la sua camera, e vi rimase per quattordici mesi per protestare contro i miliziani di Hamas che l'avevano fermata apostrofando il suo abbigliamento 'troppo' colorato" hanno raccontato gli organizzatori durante l'incontro in Accademia, aggiungendo: "Nella stanza chiusa, solo all'apparenza, entrano un tripudio di colori e luci che aprono lo spaccato di una vita quotidiana, fatta di gesti, come fare un caffè, sbucciare cipolle, cucire, mai banali perché l'artista con i suoi scatti riesce a svincolarsi da una realtà temporale esterna". Nidaa ha portato nell'Accademia i suoi autoscatti stampati su una base di cotone e ha raccontato la sua esperienza in Italia nella quale "Napoli è un realtà a parte, un mondo da conoscere". Omar Ibrahim è un artista plastico e della comunicazione visiva, lavora nel campo delle arti visive con una varietà di mezzi. I suoi progetti affrontano temi come la rivoluzione, il conflitto in corso in Siria, sua terra di origine e Medio Oriente, il caso della “Primavera Araba”, la crisi dei migranti in Europa e nel mondo, all’interno di un modello umanitario e politico che affronta il concetto di rimodellare il sé e le identità sociali dei nuovi arrivati. “Più che di ricerca estetica si deve parlare di arte indotta dalle necessità della vita, con un forte valore sociale; occorre attraversare le frontiere per conoscere l’altro” rimarca il professor Gagliardi (docente di Scenotecnica). “Oggi più che mai la creatività, il sapere dell’arte deve riappropriarsi del ruolo centrale della nostra società ed elaborare un nuovo modello di vita, per intravedere nuovi traguardi. La nostra stratificata cultura millenaria si è sempre basata sulla contaminazione dello straniero, capace di espandere i nostri confini territoriali e della conoscenza” è stato evidenziato in Accademia. In questo quadro . Napoli e il Sud dell’Italia hanno saputo così modellarsi ripetutamente alle nuove influenze e da esse ne hanno assimilato i contenuti, “sviluppando da sempre un pensiero inclusivo, acquisendo i lineamenti di una territorio dalle molteplici sfaccettature e tradizioni”. Attraverso il progetto Frontiere Creative “si rimettono a confronto il sapere, la cultura, le tradizioni di popoli che da millenni hanno attraversato i nostri territori, colonizzate le nostre coste, modificato l’urbanistica, introdotti nuove tradizioni, nuove lingue, svariate forme espressive. Solcando una tenue scia sulle acque del mediterraneo per trovare sull’altra sponda una voce amica che nel rispetto delle differenze, cercherà l’unica forma di condivisione universale che è quella della Bellezza”. All'iniziativa sono intervenuti anche Souzan Fatayer e Farid Musallam della Comunità Plaestinese in Campania. “L’arte è un meraviglioso mezzo di comunicazione e questa è l’occasione per esprimere l’artee del nostro mondo” ha detto Farid Musallam.
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