"Io non l'ho mai toccata Fortuna,
non l'ho mai violentata, non le ho mai messo una mano addosso".
Lo ha gridato Raimondo Caputo, oggi in aula nel Tribunale di
Napoli, durante l'udienza, subito rinviata, in cui il gup Luana
Romano si sarebbe dovuto pronunciare sull'imputazione coatta
formulata lo scorso 5 giugno dal gip Pietro Carola per Raimondo
Caputo e per la ex compagna Marianna Fabozzi, accusati,
rispettivamente, di favoreggiamento personale e omicidio.
I due reati vengono contestati a Caputo e Fabozzi in
relazione alla morte piccolo Antonio Giglio, figlio della
Fabozzi, il bimbo di 4 anni precipitato il 28 aprile
2013 dalla finestra dell'abitazione del Parco Verde di Caivano
(Napoli), dove viveva con la sua famiglia.
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