Nell'ottavo anniversario del suo
rapimento ed uccisione, centinaia di persone si sono radunate a
Limbadi, nel Vibonese, per ricordare l'imprenditrice Maria
Chindamo, 42 anni, vittima della 'ndrangheta. Il corpo
dell'imprenditrice, che fu sequestrata mentre si trovava su uno
dei terreni agricoli che gestiva, non è mai stato trovato.
Secondo alcuni collaboratori di giustizia, il cadavere della
donna é stato dato in pasto ai maiali.
L'iniziativa per commemorare Maria Chindamo, svoltasi nel
luogo in cui l'imprenditrice fu rapita, é stata promossa da
alcune associazioni. Tra i partecipanti rappresentanti di
Libera, Penelope, Agape e Goel e del mondo della scuola;
amministratori locali ed esponenti del clero, con in testa
monsignor Attilio Nostro, vescovo della Diocesi di
Mileto-Nicotera-Tropea.
Il fratello di Maria Chindamo, Vincenzo, ha sottolineato "la
massiccia partecipazione alla manifestazione. La popolazione -
ha detto - dimostra sempre più di ribellarsi a certe logiche. Ci
si vuole sentire uomini e donne d'onore. Perché onore significa
partecipare ad una Calabria che ricostruisce i pezzi danneggiati
dalla violenza e dalla criminalità organizzata. La terra in cui
é avvenuto il rapimento di Maria é diventata un luogo di
rinascita, di gioia e allegria ed il simbolo dell'impegno
collettivo a ricostruire il tessuto sociale che la criminalità
organizzata ha danneggiato".
I terreni che erano di Maria Chindamo sono tornati a nuova
vita dopo che sono stati affidati alla cooperativa "Goel".
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