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Gian Domenico Giagni, un poeta che fece tanti mestieri

Gian Domenico Giagni, un poeta che fece tanti mestieri

Pubblicati gli atti del convegno svoltosi a Potenza nel 2022

POTENZA, 13 maggio 2024, 10:24

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

"Esercitò vari mestieri intellettuali, tenuti saldamente insieme dalla passione per la poesia": lo ha scritto Maria Teresa Imbriani, curatrice del volume intitolato "'Porto la lontananza in questa mano'. Gian Domenico Giagni tra letteratura e nuovi media" (Osanna Edizioni), inserito dalla Deputazione di Storia Patria per la Lucania nella collana di Arte e Letteratura. Il libro raccoglie gli atti del convegno svoltosi a Potenza nel luglio del 2022 - per iniziativa del dipartimento di Scienze umane dell'Università della Basilicata e dal Cgiam "per celebrare il centenario della nascita di Gian Domenico Giagni, poeta, traduttore, sceneggiatore e regista".
    Giagni - nato a Potenza l'8 luglio 1922 e morto a Roma il 9 marzo 1975 - fu "critico, giornalista, traduttore, sceneggiatore, autore radiofonico e teatrale, nonché registra".
    Imbriani - che insegna letteratura italiana e filologia all'Università della Basilicata - ha sottolineato che, "tra i primi a sentire l'appello del reale storico, egli operò nel dialogo continuo con il nuovo pubblico della radio, della televisione e del cinema, convinto della funzione morale e civile dei media". Fece parte di un gruppo di "uomini di una Rai intesa come servizio pubblico ed educativo" che "hanno teorizzato e praticato i nuovi linguaggi mediatici nel solco della tradizione della cultura occidentale, colta e popolare".
    Ma Giagni "fu soprattutto un poeta di rara sensibilità, cantore nostalgico e profondo conoscitore della sua Lucania, legato con un filo indissolubile alla città natìa, Potenza, e alla via Pretoria in cui visse l'infanzia e una straordinaria giovinezza, negli anni decisivi della seconda guerra mondiale".
   

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