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Cittadini e medici pessimisti sulla sanità futura, 'peggiorerà'

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Cittadini e medici pessimisti sulla sanità futura, 'peggiorerà'

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In collaborazione con Novartis

Previsioni negative sulla tenuta del SSN e sull’aumento tumori

Roma, 16 novembre 2023, 19:11

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Il Country Manager e Ad Novartis, Valentino Confalone - RIPRODUZIONE RISERVATA

Il Country Manager e Ad Novartis, Valentino Confalone - RIPRODUZIONE RISERVATA
Il Country Manager e Ad Novartis, Valentino Confalone - RIPRODUZIONE RISERVATA

ANSAcom - In collaborazione con Novartis

Quasi 1 italiano su 2, compresi i medici, teme un peggioramento dei servizi sanitari nel prossimo futuro dovuto alle crescenti pressioni sul SSN, l’aumento dei tumori e gli stili di vita errati ma confidano sulle innovazioni tecnologiche, sulle capacità del personale medico e sui giovani. E’ lo scenario che emerge dall’indagine demoscopica Il futuro della Salute condotta da AstraRicerche per Novartis Italia e presentata oggi a Roma in occasione di ‘Partner per il futuro. Reimmaginiamo la salute insieme’.L’indagine presentata oggi indica che quasi il 40% dei cittadini è infatti convinto che la salute della popolazione sarà peggiore entro 5 anni, percentuale che raggiunge quasi il 50% nel giro di 20 anni, con un picco ulteriore tra le nuove generazioni (55%). Ancor più pessimisti sono i professionisti della sanità, con il 50% e il 61% dei medici che ritengono che la salute della popolazione peggiorerà rispettivamente tra 5 e 20 anni. “Il rapporto registra un pessimismo che è sicuramente frutto anche della fase difficile da cui siamo usciti e sottolinea che c’è una richiesta di cambiamento davanti alle sfide di oggi e del futuro”, ha detto Valentino Confalone, Country President Novartis Italia.Le cause sarebbero da ricercare nelle crescenti pressioni sul SSN (41%), l’aumento della frequenza dei tumori (43%), delle malattie derivanti da stili di vita errati (40%) e dei disturbi come ansia e depressione (37%). Ben 6 italiani su 10 (64%) dichiarano di temere per il futuro dei più giovani, in particolare le fasce meno abbienti (74%) e i non lavoratori, come disoccupati e pensionati (69%) e le responsabilità sarebbero da ricercare, per 8 italiani su 10, nelle istituzioni nazionali e internazionali seguite da quelle e locali (79%). A dare una qualche speranza sono i progressi tecnologici e scientifici, in particolare l’innovazione diagnostica e terapeutica ma anche la diffusione di pratiche come l’assistenza domiciliaree lo sviluppo di partnership pubblico-privato (72%). Un ruolo fondamentale per migliorare il futuro è atteso prima di tutto ai ricercatori, medici e infermieri così come ai singoli cittadini, le aziende farmaceutiche, le Istituzioni (58%) e le Associazioni Pazienti. 

ANSAcom - In collaborazione con Novartis

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