(di Stefano Secondino)
L'Italia può arrivare già
quest'anno a coprire metà della produzione di elettricità con le
fonti rinnovabili. Eolico e fotovoltaico negli ultimi due anni
hanno avuto un'accelerazione innegabile: i governi Draghi e
Meloni hanno rimosso un bel po' di ostacoli burocratici, e le
aziende hanno potuto realizzare nuovi impianti, prima bloccati.
Ma molto rimane ancora da fare. Le regole mancano o sono poco
chiare, la burocrazia è ancora lenta, gli incentivi promessi non
si vedono.
E' un quadro con luci ed ombre quello che uscito fuori oggi
dal Key Energy Summit di Rimini, il convegno che ha riunito le
associazioni di impresa delle rinnovabili e il ministro
dell'Ambiente e della sicurezza energetica, Gilberto Pichetto
Fratin. Un evento che ha aperto la seconda expo italiana delle
fonti pulite, Key, che quest'anno vive un autentico boom:
espositori aumentati del 30% rispetto all'anno scorso, il 35%
dall'estero (Cina in primis, fortissima sul solare). E poi 300
fra buyer e delegazioni internazionali, da 57 paesi.
Al centro della discussione del Key Energy Summit, c'è stato
il rapporto "Il governo del sistema, una strategia coordinata
per le rinnovabili" presentato dalla società di consulenza
energetica Athesys.
I punti salienti dello studio sono due. Il primo, è che
l'Italia già nel 2024 potrebbe arrivare al 50% della produzione
elettrica dalle rinnovabili. La generazione termoelettrica nel
suo complesso, pur coprendo ancora circa il 62% della produzione
nazionale, nel 2023 è scesa del 17,4% rispetto all'anno
precedente. Di contro, la generazione rinnovabile ha guadagnato
terreno, con un +20% anno su anno, dovuta soprattutto al
recupero di idroelettrico ed eolico.
Il secondo punto dello studio, è che un maggiore sviluppo
delle rinnovabili rispetto all'ultima versione del Pniec (il
piano nazionale dell'energia) potrebbe portare risparmi nella
bolletta degli italiani fino a 25 miliardi di euro complessivi
dal 2024 al 2035.
Il piano preparato dal governo prevede di arrivare al 65% dei
consumi nazionali coperti da rinnovabili nel 2030. Ma
Elettricità Futura, l'associazione di categoria aderente a
Confindustria, pensa che si potrebbe e si dovrebbe arrivare al
73%. In questo modo, non solo si risparmierebbero 25,1 miliardi
in bolletta nei prossimi 11 anni, ma si taglierebbero gli
acquisti di combustibili fossili di 5,1 miliardi e la tassazione
Ets delle emissioni per 10,4 miliardi.
Simone Togni di Anev (eolico) ha riconosciuto al governo di
aver velocizzato le autorizzazioni per gli impianti, ma ha
aggiunto che mancano ancora norme chiare e leggibili sui
passaggi burocratici. Per Agostino Re Rebaudengo (Elettricità
Futura), il decreto sulle aree idonee alle rinnovabili in
preparazione da parte del Mase complica le cose invece di
semplificarle. Attilio Piattelli del Cordinamento Free ha
chiesto di ridurre la massa di richieste di autorizzazioni
inutili che intasa gli uffici, mentre per Paolo Rocco Viscontini
di Italia Solare serve una regia che aiuti nella corretta
localizzazione degli impianti.
Il ministro Pichetto ha risposto che il decreto Fer X (che
stabilisce un nuovo sistema di tariffe per incentivare le
rinnovabili) è stato completato dal MInistero, ma è sotto esame
dalla Ue. Quanto alle aree idonee, ha ricordato che il decreto
ministeriale ora è alla Conferenza delle Regioni. E qui, chi
coordina l'esame del dossier è la Sardegna, dove la
neopresidente Alessandra Todde ha annunciato una moratoria di
tutti i nuovi impianti eolici. "Io sono disponibile a tutti i
tipi di confronti - ha detto rivolta alla governatrice -.
Dobbiamo trovare una mediazione".
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