Il conflitto Russia-Ucraina ha
posto l'accento sulla necessità di progredire sul fronte di una
diversificazione delle forniture di gas e, più in generale,
delle fonti energetiche, verso un maggior ricorso alle fonti di
energia rinnovabile, che possano ridurre la dipendenza
dall'estero per la sussistenza energetica. E' quanto emerge dal
101/o rapporto analisi settori industriali, a cura di Prometeia
e Intesa Sanpaolo.
Nell'ultimo decennio - prosegue l'analisi - l'Italia ha
compiuto enormi progressi nell'installazione di impianti
rinnovabili, in particolare nel fotovoltaico, oggi seconda
tecnologia prevalente dopo l'idroelettrico, accumulando 58
gigawatt di capacità che, nel 2020, ha generato il 42,4% della
produzione lorda di energia elettrica del Paese, coprendo il 38%
dei consumi (sopra la media Ue). Elevata anche la quota di
consumi finali lordi complessivi da rinnovabili (che includono
anche i comparti termico e dei trasporti, oltre all'elettrico):
il 20,4% del 2020 è un risultato importante, superiore
all'obiettivo prefissato del 17%, che ci rende uno dei paesi più
virtuosi tra i principali competitor europei, davanti a Germania
e Francia.
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