Sebbene i consigli di amministrazione
italiani dei player del settore finanziario ed assicurativo
presentino solide competenze su finanza, contabilità e e
compliance, vi sono ampi margini di miglioramento riguardo alle
competenze meno tradizionali, quali sostenibilità, fintech e
cybersecurity, ambiti ai quali gli investitori istituzionali
guardano con particolare interesse. E' quanto risulta
dall'ultimo Boardroom Monitor di EY che indaga l'esperienza, la
formazione e le competenze dei membri dei consigli di
amministrazione delle istituzioni finanziarie e assicurative
comprese nell'MSCI European Financials Index e di altri grandi
intermediari finanziari.
L'Italia, con il 47% di donne nei cda delle società quotate
che operano nel settore finanziario, è il primo Paese in Europa
per rappresentanza femminile nei board, seguito dalla Francia
(44%). La Germania chiude la classifica con il 25% di donne nei
CdA.
Al contrario, l'Italia risulta fanalino di coda per la
limitata presenza di consiglieri con precedenti esperienze in
ambito governativo (es. ex ministri, ex consiglieri in società
partecipate dallo Stato, etc.): soltanto il 20% dei board member
(contro una media europea del 44%)
Le maggiori carenze in termini di esperienza in ambito
sostenibilità si registrano nell'industria assicurativa (solo il
4% dei consiglieri ha competenze sul tema) e nel Wealth & Asset
Management (11%); mentre nelle banche la percentuale si attesta
a oltre il 30% favorita da una regolamentazione più pervasiva e
in via di consolidamento. Percentuali ancora più basse si
rilevano in merito alla presenza di consiglieri con esperienza
in ambito fintech (11% per banche e Wam e 4% per l'Insurance).
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