Nel corso del fiume Po c'è una
predominanza di rifiuti plastici delle dimensioni inferiori ai
10 centimetri di lunghezza, ma la quantità di plastica che
giunge sino al Mare Adriatico è stimata in poco meno del 15% del
totale quantificato più a monte. Questi in sintesi i dati
illustrati a Ferrara in occasione della presentazione dei
risultati di Mapp (Monitoraggio Applicato alle Plastiche del
Po), progetto promosso dall'Autorità di Bacino Distrettuale del
fiume Po e dalla Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile, nel
biennio 2021 - 2023. Il monitoraggio ha permesso
l'identificazione delle potenziali zone d'accumulo delle
plastiche.
Le osservazioni si sono svolte, con frequenza stagionale, in
cinque località dislocate sull'intera asta - Verolengo (To),
Isola Serafini (Pc), Boretto (Re), Pontelagoscuro (Fe), Porto
Tolle (Ro) - e nelle aree golenali circostanti i tratti
monitorati. I risultati ottenuti hanno evidenziato che
prevalgono i rifiuti plastici di dimensioni inferiori a 10 cm,
appartenenti alle prime tre classi dimensionali (ovvero: minori
di 2,5 cm; compresi tra 2,5 e 5 cm; compresi tra 5 e 10 cm).
Per Alessandro Bratti, Segretario Generale dell'Autorità di
Bacino Distrettuale del fiume Po, "gli esiti del progetto Mapp
hanno costituito le basi per la progettazione del programma
sperimentale triennale 2024-2026 per il recupero delle plastiche
nel fiume Po, che sarà realizzato con i finanziamenti resi
disponibili dal Ministero dell'Ambiente e della Sicurezza
Energetica attraverso la Legge SalvaMare".
"Dai dati raccolti col censimento visivo sembra che la
quantità totale di plastic litter trasportata dal Po sia
sensibilmente inferiore rispetto a quella attribuita in passato
da stime modellistiche - sottolinea Giuseppe Dodaro,
Responsabile Area Capitale Naturale e Agroecologia di Fondazione
per lo Sviluppo Sostenibile -. L'osservazione prevalente di
oggetti di piccole dimensioni suggerisce che i rifiuti subiscono
intensi processi di frammentazione prima di giungere a mare".
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