"Con lo smantellamento dei vecchi
impianti siamo al 44-45% e abbiamo la piena gestone dei residui
del combustibile: li stiamo processando all'estero, dovranno
rientrare con tempi che adesso rinegozieremo con i francesi
perché dobbiamo fare in nodo che quando rientrino stiano in
posti sicuri, adeguati e a norma con le nuove norme tecniche
dell'Isin". Lo afferma Gian Luca Artizzu, amministratore
delegato di Sogin, la società pubblica responsabile del
'decommissioning' degli impianti nucleari italiani e della
gestione dei rifiuti radioattivi.
Per tornare al 'nuovo nucleare' in Italia "quello che serve
è rifare la filiera, in realtà esiste già una filiera che lavora
molto per l'estero, esiste Enel che ha diverse centrali
all'estero, esiste Edison con l'azionariato di Edf che ha tra le
maggiori centrali nucleari al mondo. Però quello che serve è
raccordarle: poi ci siamo noi che abbiamo tutte le competenze
all'interno per ripartire, tranne quella della costruzione del
reattore ovviamente", aggiunge Artizzu a margine del convegno
'Il nucleare italiano nella sfida al cambiamento climatico'
organizzato da iWeek presso l'Università di Pavia.
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