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Responsabilità editoriale di ASviS
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di Luigi Di Marco
Guarda la rassegna dal 12 al 18 giugno
Il Parlamento europeo ha adottato il 15 giugno una nuova risoluzione sull'attuazione e la realizzazione degli Obiettivi di sviluppo sostenibile, chiedendo che il 2023 offra nuovo slancio all’Agenda 2030 e "che sia intrapresa l'urgente azione trasformativa necessaria per indirizzare con determinazione le nostre società sulla giusta strada per conseguire gli SDGs".
La risoluzione s’inserisce nella prospettiva della presentazione al prossimo High level political forum delle Nazioni unite del prossimo mese di luglio, della revisione volontaria dell’Ue sugli SDGs pubblicata lo scorso 15 maggio.
Il Parlamento europeo rimarca il suo impegno a favore dell'Agenda 2030, "in particolare alla luce del nuovo panorama geopolitico in peggioramento, come, tra l'altro, la guerra di aggressione russa contro l'Ucraina e le crisi in corso in ambito di clima, biodiversità, salute, debito e sicurezza alimentare, così come il crescente regresso dei diritti delle donne e dell'uguaglianza di genere e i violenti conflitti che continuano a colpire molte parti del mondo, in particolare i Paesi in via di sviluppo; ricorda che è fondamentale tenere conto della forte interdipendenza di tali crisi".
Viene rilanciata la richiesta alla Commissione europea di elaborare una strategia europea globale per la realizzazione dell'Agenda 2030 che preveda un processo di aggiornamento periodico, rimarcando che alle precedenti richieste da parte anche del Consiglio dell'Unione europea, del Comitato economico e sociale europeo e del Comitato delle regioni, non sia stato dato corso.
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Il Parlamento richiamando i contenuti della risoluzione sugli SDGs del 23 giugno 2022 (vedi nostra rubrica del 28.6.2022 secondo paragrafo), chiede che la strategia definisca, come minimo:
Il Parlamento chiede un più efficace utilizzo del processo del semestre europeo e l’integrazione degli SDGs nelle raccomandazioni per Paese, e rilancia ancora l'invito rivolto alla Commissione per l'istituzione di una nuova piattaforma partecipativa permanente sugli SDGs, al fine di attuare un approccio che coinvolga "l'intera società", attraverso un processo strutturato con le organizzazioni della società civile e quelle comunitarie di base, con il settore privato (comprese le pmi), i sindacati, le cooperative, l'ambiente accademico e gli istituti di ricerca, le amministrazioni regionali e locali e i gruppi emarginati, "al fine di coinvolgerli sistematicamente e in modo significativo nel processo di attuazione degli SDGs".
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La risoluzione insiste anche sull’importanza strategica dell’educazione e della diffusione della consapevolezza fin dalla prima infanzia, promuovendo comportamenti che tengano conto delle sfide ambientali e climatiche e incoraggino la partecipazione ai processi di sviluppo e la cittadinanza attiva, riconoscendo anche l’importanza fondamentale dell'educazione alla cittadinanza globale, e invitando la Commissione a includerla come priorità in tutte richieste di finanziamento pertinenti.
Una parte centrale della risoluzione riguarda dati e monitoraggio, in cui specificamente il Parlamento ritiene che gli indicatori di sviluppo sostenibile di Eurostat non riflettono la realtà sul campo, in quanto sono utilizzati per valutare gli SDGs nelle medie nazionali. Chiede pertanto la restituzione di dati a livello locale e regionale.
Per caratterizzare meglio l’analisi ed evidenziare le diseguaglianze, il Parlamento evidenzia inoltre la necessità di garantire un livello minimo di disaggregazione dei dati e delle statistiche, che contempli, se del caso, l'ubicazione geografica e gli aspetti demografici, il genere, il reddito, il livello di istruzione, l'età, la razza, l'etnia, lo status migratorio, la disabilità e altre caratteristiche.
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Il Parlamento pone in particolare evidenza i casi di incoerenza politica ancora diffusi in vari ambiti settoriali dell'Ue, "nelle politiche alimentari, energetiche, commerciali e fiscali, le cui" conseguenze negative si ripercuotono in maniera particolarmente preoccupante sui Paesi "in via di sviluppo".
Richiamando nel contesto l’attenzione sulla coerenza delle politiche per lo sviluppo sostenibile, il Parlamento invita in particolare ad analizzare l’impatto internazionale delle politiche dell’Ue, ed evitare "effetti di ricaduta negativi a scapito del Sud del mondo, che minano i loro sforzi volti al conseguimento degli SDGs e che si verificano a causa del precedente modello economico e tecnologico degli Stati membri".
Una parte molto estesa e innovativa per molti aspetti rispetto agli atti e le posizioni già assunte precedentemente dal Parlamento, è dedicata al quadro finanziario globale per l’attuazione degli SDGs, in vista anche dell’imminente vertice di Parigi sulla finanza globale e nel contesto delle proposte presentate dal Segretario generale dell’Onu António Guterres per una nuova architettura finanziaria internazionale, sul percorso al vertice Onu sul futuro che si terrà nel 2024. In particolare l’attenzione è rivolta alla considerazione che "gli oneri finanziari elevati per i Paesi in via di sviluppo sono un sintomo di un sistema finanziario e monetario internazionale privo di equilibrio, il che peggiora la mancanza di progressi verso il conseguimento degli SDGs".
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