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Responsabilità editoriale di ASviS
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Annunciato lo scorso 14 settembre dalla presidente von der Leyen nel suo discorso annuale al Parlamento europeo sullo Stato dell’Unione, la dichiarazione del 2023 come anno europeo delle competenze ha cominciato a concretizzarsi nei suoi contenuti e nel suo programma, declinato in precisi obiettivi, misure attuative e sistema di governance, nella proposta di decisione del Parlamento europeo e del Consiglio assunta dalla Commissione il 12.10.2022.
Nella suddetta proposta, la Commissione evidenzia in premessa come "la disponibilità di una forza lavoro qualificata è fondamentale per garantire che le transizioni verde e digitale siano socialmente eque e giuste e per rafforzare la competitività sostenibile e la resilienza dell'Unione di fronte a shock esterni negativi quali la pandemia di Covid-19 o le conseguenze della guerra di aggressione della Russia contro l'Ucraina".
Inoltre, sottolinea come il tema delle competenze, incentrato sul correggere lo squilibrio tra domanda e offerta di lavoro nella direzione di realizzare gli obiettivi di transizione verde e digitale in un’economia a servizio delle persone, sia riferito alla dimensione occupazionale-economica, ma non solo: "maggiori e migliori competenze aprono nuove opportunità e consentono alle persone di partecipare pienamente al mercato del lavoro, alla società e alla democrazia, di sfruttare e beneficiare delle possibilità offerte dalle transizioni verde e digitale e di esercitare i propri diritti".
La proposta di decisione rilancia e rendiconta in merito alle diverse iniziative europee già in corso, in particolare nel quadro di riferimento dell’agenda europea per le competenze e del relativo patto europeo per le competenze lanciati nel 2020, nonché del piano d’azione del pilastro europeo dei diritti sociali che ha indicato come target minimo che il 60% della popolazione adulta deve seguire almeno un corso di formazione ogni anno al 2030. I dati per l’Italia al 2021 indicano che la partecipazione è attestata a circa il 10%.
Diversi punti del Pilastro europeo dei diritti sociali (in particolare i principi 1, 3, 4, 5) sono messi in evidenza per sottolineare il diritto a un'istruzione, a una formazione e a un apprendimento permanente di qualità e inclusivi, e che coerentemente "l'anno europeo delle competenze dovrebbe svolgersi in modo inclusivo e promuovere attivamente l'uguaglianza per tutti, con attenzione anche alle regioni svantaggiate e remote".
La Commissione riporta come dato di sintesi che nel 2021 erano 28 le occupazioni che risentivano di carenze di personale, tra cui i settori dell'assistenza sanitaria, dell'ospitalità, dell'edilizia e dei servizi, oltre a carenze di specialisti in informatica e cibersicurezza, e in generale di lavoratori con competenze scientifiche, tecnologiche, ingegneristiche e matematiche. Evidenzia inoltre la carenza di disponibilità di personale qualificato o di dirigenti esperti "per un quarto dei 25 milioni di Pmi che, rappresentando il 99% di tutte le imprese e dando lavoro a 83 milioni di persone, costituiscono la spina dorsale dell'economia dell'Unione".
Nella proposta di decisione sono richiamate le diverse iniziative e gli indirizzi specifici agli Stati membri già assunti sulla riqualificazione e l’aggiornamento professionale, tra cui le raccomandazioni sui conti individuali di apprendimento, sulle microcredenziali per l'apprendimento permanente e l’occupabilità, relative all'istruzione e formazione professionale (Ifp) per la competitività sostenibile, l’equità sociale e la resilienza, relative a un sostegno attivo ed efficace all'occupazione (Ease), relative alla garanzia di una transizione equa verso la neutralità climatica, relative all'apprendimento per la transizione verde e lo sviluppo sostenibile (si veda anche l'articolo sulle GreenComp del Jrc). Tra gli altri atti strategici richiamati emergono la risoluzione del Consiglio del dicembre 2021 su una nuova agenda europea per l'apprendimento degli adulti 2021-2030, il piano d’azione per l’istruzione digitale (si vedano anche le DigComp elaborate dal Jrc), e l’innovativa iniziativa per l’attrazione di competenze e talenti nell’Ue collegata al nuovo patto per la migrazione e asilo.
La Commissione evidenzia i risultati già conseguiti nel citato patto europeo per le competenze che, con i dati aggiornati nel sito web dedicato, ha già riunito più di 1000 organizzazioni, tra imprese, organizzazioni della società civile, erogatori di istruzione e formazione, servizi pubblici per l'impiego e altri portatori di interessi chiave nel campo delle competenze, sia privati che pubblici. Nell’ambito del patto sono stati istituiti 14 partenariati in settori strategici, con l'impegno di promuovere oltre sei milioni di opportunità di formazione.
La Commissione evidenzia le fonti di finanziamento e le diverse misure già previste per l’aggiornamento e la riqualificazione delle competenze, definite nel quadro finanziario pluriennale, sottolineando anche che nei piani nazionali di ripresa e resilienza in media circa il 20% della spesa sociale è dedicato ai temi dell’occupazione e delle competenze.
Gli obiettivi generali dell’anno europeo delle competenze sono dichiarati all’art. 2 della proposta di decisione: "promuovere ulteriormente una mentalità di riqualificazione e miglioramento del livello delle competenze, stimolando in tal modo la competitività delle imprese europee, in particolare delle piccole e medie imprese, e realizzando appieno il potenziale delle transizioni digitale e verde in modo socialmente equo, inclusivo e giusto e senza lasciare indietro nessuno." Gli obiettivi sono declinati nei seguenti quattro punti:
Per conseguire gli obiettivi, il successivo articolo 3 elenca un quadro articolato di misure da attuare:
L’Articolo 4 della decisione indica che per il Coordinamento a livello nazionale ciascuno Stato membro nominerà un coordinatore nazionale in grado di rappresentare i diversi settori dell'amministrazione in modo olistico, il quale dovrà partecipare e riferire al Coordinamento a livello di Unione (art.5) che sarà effettuato dalla Commissione europea in collaborazione con le pertinenti agenzie dell’Unione.
Come evidenzia la Commissione, poiché lo sviluppo delle competenze è fondamentale e pertinente per tutti i settori economici, l’Anno europeo delle competenze 2023 promuoverà sinergie tra le politiche in materia di competenze e altre pertinenti politiche dell’Unione. Nella scheda finanziaria/legislativa allegata alla proposta di decisione, troviamo indicati tutti gli atti di riferimento. Come base di partenza sono identificati i quadri strategici quali l'agenda delle competenze per l'Europa, il piano d'azione per l'istruzione digitale, lo spazio europeo dell’istruzione e lo spazio europeo della ricerca, e in successivo elenco troviamo riportate in pratica tutte le iniziative dell’Ue del programma 2019-2024, dal Green Deal (incluso il pacchetto "Pronti per il 55%”, RePowerEu, piano per l’economia circolare, piano inquinamento zero, strategia biodiversità, farm-to-fork, strategia industriale, nuovo Bauhaus, ecc….), alle iniziative del decennio del digitale, le strategie per la parità di genere e l’inclusione sociale, il piano d’azione per i giovani, le iniziative per l’economia sociale, la vision 2040 per le aree rurali, la strategia "Global Gateway" per l’azione esterna all’Ue, la strategia per le università, le mission di ricerca e il programma Orizzonte Europa.
Di Luigi Di Marco
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