La Commissione ha adottato la scorsa settimana alcune iniziative già programmate nel piano d’azione del pilastro europeo dei diritti sociali approvato con il vertice sociale europeo di maggio 2021.
In particolare sono stati adottati l’iniziativa per migliorare le condizioni d’impiego dei lavoratori assunti attraverso le piattaforme, il piano d’azione per l’economia sociale e misure per favorire l’educazione permanente e l’occupabilità.
Tra le altre novità è stata adottata la proposta d’inclusione nella lista dei reati europei dell’incitazione all’odio e il crimine d’odio, oltre a un pacchetto d’iniziative per la cooperazione tra servizi di polizia europei.
Migliorare le condizioni di lavoro delle persone impiegate attraverso le piattaforme digitali
La Commissione riporta i numeri di un fenomeno non affatto trascurabile nell’Ue: oltre 28 milioni di lavoratori oggi sono impiegati attraverso le piattaforme digitali. E nel 2025 il numero è previsto in crescita a 43 milioni. Questi lavoratori sono normalmente considerati come lavoratori autonomi, mentre si stima che tra questi 5,5 milioni di lavoratori svolgono un lavoro come dipendenti di fatto.
Gli atti assunti dalla Commissione includono una Comunicazione quadro dell’iniziativa, una proposta di direttiva e una bozza di linee guida per gli Stati membri per correggere le possibili condizioni di disparità tra lavoratori autonomi e lavoratori dipendenti. Per quest’ultima è stata avviata una consultazione pubblica aperta fino al 24.02.2022.
La proposta di direttiva mira a garantire che alle persone che vengono impiegate attraverso le piattaforme di lavoro digitali sia concesso lo status di occupazione legale che corrisponde alle loro modalità di lavoro effettive. Allo scopo, fornisce un elenco di criteri di controllo per determinare se la piattaforma sia effettivamente un "datore di lavoro”.
Ai lavoratori a cui viene riconosciuto il rapporto di dipendenza, significa il diritto a un salario minimo, alla contrattazione collettiva, al rispetto di un’orario di lavoro e alla tutela della salute e sicurezza sul lavoro, il diritto a ferie retribuite, alla disoccupazione e alle indennità di malattia, i contributi per la pensione.
La direttiva intende aumentare la trasparenza nell'uso degli algoritmi da parte delle piattaforme di lavoro digitali, assicurare che il monitoraggio delle attività rispetti i diritti dei lavoratori e dà il diritto di contestare le decisioni automatizzate. Questi nuovi diritti saranno comunque concessi sia ai lavoratori riconosciuti come dipendenti che agli effettivi lavoratori autonomi.
Sono previsti inoltri obblighi di trasparenza e tracciabilità a carico delle piattaforme, poiché nell’economia digitale è spesso difficoltoso conoscere da quale Stato membro opera la piattaforma e da chi viene svolto il lavoro.
Rafforzare l’economia sociale
Nell’Ue ci sono 2,8 milioni di organizzazioni che svolgono attività nell’economia sociale, impiegando 13,6 milioni di persone.
La Commissione riconosce il ruolo fondamentale che viene svolto da questo settore dell’economia nell’offrire servizi sociali, dalla cura alle persone al perseguimento di obiettivi ambientali.
Il Piano d’azione adottato dalla Commissione intende offrire un maggiore sostegno all'economia sociale, poiché oltre a creare occupazione, consente alle organizzazioni di aumentare il loro positivo impatto sociale in tutta l’Ue.
Il Piano riguarda tre aree d’azione, e specificamente:
- creare le condizioni giuste per far prosperare l'economia sociale, attraverso misure fiscali favorevoli, appalti pubblici e adeguati quadri per agevolare gli aiuti di Stato. La Commissione proporrà nel 2023 una raccomandazione per il Consiglio e linee guida per gli Stati membri;
- aprire opportunità per l'avvio e l'espansione delle organizzazioni dell'economia sociale, attraverso un supporto economico diretto tramite il quadro finanziario pluriennale 2021-2027 e con il lancio nel 2023 di un portale informativo dedicato all’economia sociale;
- assicurare che l’economia sociale e il suo potenziale siano riconosciuti. La Commissione, in particolare, si propone di effettuare uno studio sui benefici dell’economia sociale, organizzare corsi formativi per dipendenti pubblici e promuovere l’economia sociale a livello locale e regionale e gli scambi di buone pratiche.
Promuovere e contabilizzare un’educazione permanente di qualità nell’Ue
L’obiettivo che intende perseguire la Commissione con questa nuova iniziativa è di contribuire al risultato fissato dal piano d’azione per il pilastro dei diritti sociali: il 60% degli adulti deve partecipare almeno a un corso di formazione ogni anno, al fine di contribuire all’occupabilità dei lavoratori, e rispondere alle sfide dell’innovazione e delle transizioni verde e digitale. L’ultimo dato stimato (al 2016) indica che solo il 37% degli adulti segue un corso di formazione ogni anno.
A tal fine la Commissione ha adottato:
- una proposta di raccomandazione del Consiglio per affrontare i principali ostacoli per le persone nell’intraprendere percorsi formativi: motivazione, tempo, finanziamenti. Tra le raccomandazioni indicate agli Stati membri sono inclusi anche congedi retribuiti per effettuare attività formative e misure per assicurare la qualità della formazione;
- una seconda proposta di raccomandazione del Consiglio per la definizione di micro-crediti per certificare i risultati dell’apprendimento, in maniera trasparente e garantendo un’adeguata qualità e fiducia nel sistema. Gli Stati membri sono a tal fine invitati a concordare una definizione comune, elementi descrittivi standard, principi chiave per la loro progettazione e rilascio.
L’iniziativa rientra inoltre nel quadro dell’agenda europea per la competenze e nello spazio europeo per l’educazione al 2025.
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di Luigi Di Marco
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