Mentre alla Sabino Esplodenti di
Casalbordino le operazioni di soccorso vanni avanti dopo
l'incidente avvenuto in mattinata, è prevista per domani,
dinanzi al gup del Tribunale di Vasto, l'udienza preliminare per
l'esplosione che il 21 dicembre del 2020, nella stessa fabbrica,
costò la vita ad altri tre operai. Dieci gli imputati, compresa
la società: l'accusa principale, per tutti, è cooperazione
colposa in omicidio colposo, per colpa generica cagionata dalla
negligenza, imprudenza e imperizia, e per colpa specifica,
consistita nella violazione di diverse norme antinfortunistiche.
In particolare, gli imputati sono il legale rappresentante e
presidente del Cda della Esplodenti Sabino spa, quattro
consiglieri di amministrazione, il direttore dello stabilimento,
il responsabile del servizio protezione e prevenzione, il
rappresentante dei lavoratori per la sicurezza, il capo reparto,
la società in persona del legale rappresentante, società che è
sottoposta a procedimento penale per responsabilità
amministrativa per omicidio colposo plurimo.
Nel 2020 il fatto avvenne nel primo pomeriggio, durante lo
smaltimento di diversi materiali, in particolare miscela
incendiaria, povere pirica, polvere nera, razzi di segnalazione,
legna impregnata di Tnt, dotazioni nautiche, simulatori di colpo
tipo kanonslag, nel locale - forno statico, dove erano stati
destinati i tre lavoratori, che morirono sul colpo a causa causa
dell'esplosione.
Sottoposta a sequestro, la fabbrica rimase ferma per sette
mesi, anche per la ferma posizione della procura guidata da
Giampiero Di Flioro sulle condizioni di sicurezza sul lavoro. A
luglio 2021, ottenuto il dissequestro con il via libera del
giudice, le attività erano riprese. Oggi la nuova tragedia.
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