Nuova conferma dello stretto
legame tra uomo-animali e ambiente e biodiversità del
territorio: è quella che arriva dalla collaborazione tra Facoltà
di Medicina Veterinaria dell'Università di Teramo e Wildlife
Research Center del Parco Nazionale della Maiella incentrata
sull'analisi di campioni di feci raccolti sui pascoli. Lo studio
- pubblicato sulla rivista scientifica 'One health' - ha
consentito di descrivere la flora batterica degli animali che
vivono nel Parco, pecore, capre, cervi e soprattutto Camoscio
appenninico, e di rilevare che anche animali selvatici in quota,
come il Camoscio, pur se mai trattati con antibiotici presentano
antibiotico-resistenza.
Sono state descritte differenze nella composizione delle
popolazioni microbiche di queste specie sulla base di abitudini
alimentari e grado di condivisione degli ambienti. Sono state
anche riportate differenze riguardo alla presenza di geni di
resistenza alle molecole antibiotiche. I risultati dello studio
-che saranno condivisi al Seminario Internazionale "Conservation
Medicine and Wildlife Health" organizzato da Università di
Teramo e Parco della Maiella per 16 e 17 giugno- pongono
l'attenzione sulla peculiarità di specie come il Camoscio
appenninico, unico anche sotto il profilo dei batteri che
colonizzano il suo intestino.
Prima della pandemia da Covid-19, una delle maggiori
preoccupazioni per la salute pubblica era la crescente
resistenza agli antibiotici riscontrata in alcuni batteri. Nel
selezionare le comunità microbiche degli animali sia selvatici
sia domestici che pascolano sulla Maiella "un ruolo forte è
probabilmente rivestito da abitudini alimentari e
caratteristiche dell'ambiente - commenta la professoressa
Cristina Di Francesco dell'Università teramana - Questi
risultati accendono i riflettori sulla responsabilità dell'uomo
nell'uso corretto degli antibiotici e invitano a una rinnovata
consapevolezza su quanto le nostre azioni possano avere
conseguenze sull'ambiente e sull'intera comunità".
Il seminario sarà conclusione del Corso di Perfezionamento in
"Gestione Sanitaria della Fauna Selvatica, Medicina della
Conservazione e Sanità Pubblica" organizzato dall'Università con
il Parco.
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