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Omicidio Jennifer:legale madre,fiduciosi in giusta punizione

Omicidio Jennifer

Omicidio Jennifer:legale madre,fiduciosi in giusta punizione

Avvocato difesa, 'per Troilo non sussistono aggravanti'

PESCARA, 06 luglio 2017, 17:00

Redazione ANSA

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"Siamo fiduciosi che alla fine l'imputato ottenga la giusta punizione. In aula c'è stato un clima molto sereno, soprattutto grazie ai familiari di Jennifer che hanno tenuto un comportamento estremamente dignitoso". E' il commento di Rossella Gasbarri, avvocato di parte civile per conto della madre della vittima, Fabiola Bacci, al termine della prima udienza del procedimento a carico di Davide Troilo, il 33enne accusato di omicidio volontario pluriaggravato, per avere ucciso a coltellate, il 2 dicembre 2016, la sua ex fidanzata Jennifer Sterlecchini, mentre lei stava lasciando per sempre l'abitazione che avevano condiviso in via Acquatorbida a Pescara.
    Sulla stessa lunghezza d'onda Roberto Serino, legale di Jonathan Sterlecchini, fratello di Jennifer. "Sia noi che i familiari - dice Serino al termine della prima udienza preliminare - abbiamo la massima fiducia nella giustizia".
    Giancarlo De Marco, legale di Davide Troilo, ritiene che "sarebbe un'ingiustizia se il mio assistito prendesse 30 anni, in quanto non sussistono le aggravanti" ovvero la premeditazione e i futili motivi. Il legale dell'imputato spiega inoltre che "la perizia di parte evidenzia come Troilo fosse solo parzialmente capace di intendere e di volere nel momento dell'omicidio, per una lunga serie di cause legata a una personalità particolare". Un aspetto che adesso dovrà essere approfondito dal perito che sarà nominato dal giudice il prossimo 28 settembre. De Marco si era anche opposto alle richieste di costituzione di parte civile del Comune di Pescara, della Regione Abruzzo e dell'associazione Ananke, ma il gup ha accolto le richieste. "Mi sono opposto in quanto la Regione ha presentato delle argomentazioni molto generiche legate a un presunto danno d'immagine, come pure il Comune, la cui richiesta sarebbe stata plausibile se almeno avesse messo in campo delle particolari politiche contro la violenza sulle donne - osserva il legale della difesa - Per quanto riguarda la richiesta dell'associazione Ananke, innanzitutto non si tratta di femminicidio, in quanto in precedenza non c'erano mai stati maltrattamenti o violenze, e dunque non è un delitto di quella tipologia. Al limite avrei compreso la loro costituzione come parte civile - conclude De Marco - qualora avessero precedentemente compiuto un intervento sul caso specifico".
   
   

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