"La richiesta delle somme è una
forzatura: infatti vige ancora la sentenza di primo grado, tutto
il resto è sub judice avendo il procuratore generale e le parti
civili appellato la sentenza di secondo grado in Cassazione".
Così l'avvocato Antonio Valentini, legale di alcune parti
civili, sulle lettere di richiesta delle somme risarcitorie
incassate dopo la sentenza di primo grado nel processo alla
commissione grandi rischi, inviate dal capo della protezione
civile, Franco Gabrielli, ad alcuni famigliari delle vittime.
Valentini è stato colui che ha presentato l'esposto che ha
dato il via al processo all'organismo di esperti che in primo
grado ha portato alla condanna a sei anni di carcere i sette
componenti dell'organo consultivo della presidenza del consiglio
dei ministri per aver falsamente rassicurato gli aquilani ed
aver sottovalutato il rischio sismico al termine della riunione
della Cgr all'Aquila il 31 marzo del 2009 a cinque giorni dalla
drammatica scossa.
In appello i giudici hanno assolto sei dei sette componenti
condannando il solo allora vice capo della protezione, Bernardo
De Bernardinis, a due anni di reclusione per omicidio colposo e
lesioni colpose, addebitando alla sua azione il decesso di 13
persone. "Mi sembra che Gabrielli agisca con un certo piglio e
una certa determinazione degne di miglior causa - ha spiegato
l'avvocato Valentini -. Forse sarebbe stato meglio che la
protezione civile avesse avuto questo atteggiamento prima della
scossa delle 3 e 32 del 6 aprile 2009 - ha concluso il legale
che ha invitato Gabrielli a dare mandato di saldare le spese
legali dell'appello".
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