Mentre il Veneto torna a
registrare aumenti record nei nuovi casi di Covid-19 - oggi sono
16.602, con 28 decessi - l'attenzione della politica è
concentrata sulla prossima riapertura delle scuole e sulle
paventate chiusure per timore di un'ulteriore diffusione dei
contagi.
In attesa di una linea comune delle Regioni, stamani il
presidente Luca Zaia è tornato a battere sul tasto della
possibilità dell'autodiagnosi per gli studenti, ,mutuato da
esperienze di paesi come Israele e Gran Bretagna. "Tifiamo - ha
detto in conferenza stampa - perché la scuola apra, ma deve
essere la comunità scientifica a certificare la possibilità.
Faccio appello agli esperti e al Cts perché entro questa
settimana ci dicano se dal 10 gennaio si riaprono scuole, e per
chi. L'anno scorso si è andati a sensazione, oggi è giusto
essere severi, dopodiché tutti tifiamo per riaprire".
Il rialzo dei casi in regione si deve anche all'aumento
dell'attività di tracciamento, con oltre 153.227 tamponi fatti
ieri, per un'incidenza del 10,8%, che rimane sotto la media
nazionale. Il totale degli infetti dall'inizio pandemia sale a
686.879, quello delle vittime a 12.445. Le persone attualmente
positive sono 124.359. I ricoverati in area medica salgono a
1.366 (+50), e 209 (+9) quelli in terapia intensiva. Mancano
comunque ancora punti percentuali sull'occupazione dei reparti:
nelle aree mediche i pazienti Covid sono il 20,2%, rispetto al
limite 'zona arancio' del 30%, mentre nelle terapie intensive
l'occupazione è al 19,4% rispetto al tetto del 20%. L'incidenza
dei contagi su 100 mila abitanti è di 820,1, mentre l'indice Rt
è di 1,19, un livello, secondo Zaia, "abbastanza contenuto".
Altro appello odierno di Zaia è sulla quarta dose di vaccino,
per cui ha auspicato che "la storia vissuta con la terza dose in
Italia non venga ripetuta: abbiamo perso un mese e mezzo a
favore degli anziani e per chi aveva concluso il ciclo da 6
mesi", ha sottolineato.
Intanto la Giunta regionale ha emesso una delibera per dare
la possibilità ai medici di base di ampliare in via temporanea e
volontaria da 1.500 a 1.800 i propri pazienti, con un'indennità
ulteriore, per far fronte alle zone 'scoperte' per scarsità di
professionisti. Per i medici di continuità assistenziale - le
'Guardie mediche' - la tariffa è stata parificata a quelli delle
Usca, da 23 a 40 euro all'ora. Queste misure complessivamente
costerebbero 52 milioni di euro all'anno, disponibili nel Fondo
sanitario regionale.
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