Ci sono anche due italiani tra le
12 persone arrestate nell'indagine della polizia federale di
Bruxelles che ha stroncato un'organizzazione dedita allo
sfruttamento di manodopera, all'illecito distacco transnazionale
di lavoratori e al riciclaggio di denaro. L'operazione,
coordinata da Europol, ha coinvolto gli investigatori anche
dell'Italia, della Spagna, della Romania e della Slovacchia.
Sono state compiute nei vari paesi 34 perquisizioni, sequestrate
32 auto di alta gamma, molte proprietà immobiliari, 350 conti
bancari con diverse migliaia di euro depositati, 400 mila euro
in contanti.
In Italia la guardia di Finanza di Treviso ha arrestato per
frode due persone residenti nella provincia, ne ha indagato
altre tre, ha sequestrato 21 società e disponibilità finanziarie
per.10 milioni di euro. I finanzieri, coordinati dalla Procura
della Repubblica di Venezia, hanno operato anche nelle province
di Padova e di Brescia. I due trevigiani, in particolare, sono
sospettati dall'autorità belga di aver costituito in Italia,
Croazia, Romania e Slovacchia società prive di una reale
operatività. Queste ultime, considerate delle vere e proprie
'scatole vuote', stipulavano contratti con imprese belghe attive
nel settore edile che, di fatto, mascheravano un distacco
transnazionale di manodopera, operato in violazione della legge:
l'obiettivo dell'organizzazione, in base alla ricostruzione
degli inquirenti, era infatti di evitare il pagamento dei
contributi sociali e previdenziali in Belgio.
I dipendenti delle imprese coinvolte nella frode,
prevalentemente di origine rumena, venivano inoltre sottoposti a
orari e turni massacranti, sottopagati e costretti ad alloggiare
in capannoni industriali.
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