La rottamazione degli studi di
settore prevista per il prossimo anno, secondo le disposizioni
previste nel decreto che contiene la manovra correttiva ora in
Parlamento, per molti "sarà la fine di un incubo": a dirlo il
coordinatore dell'Ufficio studi della Cgia Paolo Zabeo. Dopo 18
anni di vita, per la Cgia di Mestre, sono poco più di 3,5
milioni le partite Iva sottoposte ai 193 studi di settore
attivati dall'Amministrazione finanziaria. E oltre il 73% dei
contribuenti (pari a 2,6 milioni di attività) è congruo, ovvero
rispetta le richieste avanzate dall'Amministrazione finanziaria
in materia di ricavi. Negli anni gli studi di settore hanno
garantito un grosso apporto di gettito alle casse del Stato. Dal
1998, anno della loro introduzione, al 2015 (ultimo dato
disponibile), a fronte di 49,2 miliardi di euro di maggiori
ricavi ottenuti attraverso l'adeguamento spontaneo in sede di
dichiarazione dei redditi, questi si sono tradotti, secondo la
Cgia, in 19,6 mld di tasse in più versate all'erario.
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