"Si parla poco di idroelettrico, ma è la fonte di energia rinnovabile più diffusa nel paese, il primo asset. Si tratta di una filiera nazionale, siamo i più bravi al mondo a fare le dighe. Quello dell'idroelettrico è un settore che può determinare uno sviluppo occupazionale e di investimenti da 12 a 15 miliardi di euro che gli imprenditori sono pronti a spendere". Lo ha detto Giuseppe Argirò, amministratore delegato di CVA, durante il Forum delle Energie Rinnovabili "Renewable Thinking", promosso dalla Compagnia Valdostana delle Acque, in collaborazione con The European House - Ambrosetti. "Quest'anno, il 50% dell'energia è stato prodotto dall'idroelettrico - ha aggiunto - ma è un sistema vecchio, la maggior parte degli impianti ha più di 70 anni. Servono degli interventi per far sì che queste strutture continuino a svolgere quello che stanno facendo, ma noi non siamo in grado di intervenire a causa dell'incertezza legislativa. Quando uno deve fare un revamping deve effettuare una procedura come se facesse un impianto nuovo. Non è più tollerabile". E riprendendo il tema delle concessioni, continua.
"Non è possibile mettere un asset strategico come questo in un quadro competitivo globale, non solo europeo. Con le situazioni attuali gli investimenti in Italia non partiranno prima di dieci anni. Possiamo aspettare questo tempo? Direi di no".
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