"Cva energie non ha fatto una
comunicazione corretta e applica, a partire da gennaio 2024, un
corrispettivo che, rispetto al sistema precedente, comporta
effettivamente un aggravio di costi sulla materia energia di
oltre il 40%. Fatti sconcertanti, eppure la Regione - che è la
proprietaria di Cva - nulla dice e nulla fa. Il presidente della
Regione Testolin, in Consiglio regionale chiamato in causa dai
rilievi formulati, ha risposto sostanzialmente lavandosi le mani
e giustificando l'operato di Cva". Così in una nota Rete civica,
in riferimento alla "modificazione unilaterale del sistema
tariffario" introdotta nei mesi scorsi per i clienti valdostani
da Cva energie.
Per la materia energia è stato stabilito un prezzo di 12
centesimi per Kwh consumato che - era stato annunciato -
"rimarrà fisso e invariabile per sette anni", in sostituzione
del "parametro nazionale (Pe-Arera o Pun) scontato del 40%"
utilizzato in precedenza. Ma, sottolinea Rete civica, "andando a
leggere nelle pieghe delle clausole contrattuali è emerso che
non c'era nessun prezzo fisso ed invariabile perché Cva Energie
si riservava il diritto di modificare il corrispettivo
richiesto, con un semplice preavviso di tre mesi".
"A questo punto - prosegue Rete civica - giustamente le
associazioni dei consumatori hanno sollecitato il presidente
della Regione perché faccia sentire la voce di chi è
proprietario di Cva e al prossimo Consiglio regionale ci saranno
nuove iniziative sul tema, si arriverà quindi a un voto da cui
si capirà chi vuole modificare l'attuale penalizzante sistema
tariffario e chi no. Il comportamento finora tenuto da Cva e dal
presidente della Regione è inaccettabile".
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