Secondo il Centro Studi di Siderweb,
che ha analizzato dati Istat, le esportazioni italiane di
acciaio sono scese del 16,9% a 23,2 miliardi di euro nel 2023,
contro i 28 miliardi dell'anno prima. Ad Aosta il calo è stato
del 29,3%. A livello nazionale, in termini di volumi si è
mantenuta una "sostanziale stabilità", con spedizioni per 16,2
milioni di tonnellate, dopo il calo tendenziale del 6%
registrato nel 2022. La variazione negativa registrata
nell'ultimo anno è dunque "dovuta in toto", spiega Gianfranco
Tosini di Siderweb, alla diminuzione dei prezzi e avviene dopo
due anni consecutivi di crescita seguiti al crollo del 2020.
Le esportazioni erano scese in termini di valore del 20% nel
2020, per poi salire del 51,7% nel 2021 e del 23,8% nel 2022,
tornando a scendere nel 2023. Un calo che è stato "leggermente
più marcato se si guarda solo ai primi 20 poli siderurgici
italiani". In questo caso infatti il dato sulle vendite
all'estero è diminuito del 17,6%, fermandosi a 19,4 miliardi di
euro. Al primo posto tra gli esportatori italiani di acciaio si
conferma la provincia di Brescia, seguita da quelle di Udine e
Mantova. Variazioni negative più alte della media si sono state
registrate nei poli di Terni (-39,2%), Genova (-35,3%), Aosta
(-29,3%) e Brescia (-26,1%). L'unico a crescere è stato quello
di Bergamo (+16,2%), specializzato nella produzione di tubi
senza saldatura.
"Questi dati - indica Tosini - confermano il consolidamento
della geografia dei poli produttivi dell'acciaio italiani che si
è venuta a creare dopo la grande crisi del 2008. Tale processo
traspare, oltre che dall'andamento della produzione, anche da
quello delle esportazioni, che hanno registrato una riduzione
molto più marcata nelle province dove sono o, meglio, erano
presenti le aziende siderurgiche di maggiori dimensioni".
A livello complessivo, nel 2023 le esportazioni della Valle
d'Aosta sono calate del 21,1% rispetto all'anno precedente.
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