I detenuti del carcere di Brissogne quest'anno potranno gustare un pranzo di Natale, in anticipo di alcuni giorni, grazie al progetto nazionale 'L'altra cucina'.
L'iniziativa, organizzata dall'associazione Prison Fellowship Italia onlus, in collaborazione con il Rinnovamento nello Spirito Santo, Fondazione Alleanza del Rns e il ministero della Giustizia, ha trovato in Valle d'Aosta la partecipazione dell'Unione regionale cuochi. L'evento è nato dieci anni fa da un'idea dello chef Filippo La Mantia, che ha sperimentato personalmente la detenzione a causa di un errore giudiziario.
Oggi coinvolge 29 istituti penitenziari su tutto il territorio nazionale, oltre 4.000 detenuti e 1.200 volontari. In Valle d'Aosta si svolgerà mercoledì 20 dicembre, in contemporanea con tutta Italia, e vedrà la presenza di 100 detenuti e una trentina di volontari. "Il problema delle carceri deve essere attenzionato, spesso sono considerate estranee alla società. Con questi pranzi, dove i 'primi' servono gli ultimi, noi vogliamo sottolineare questa grande dignità che nessuno può togliere", afferma Marcella Reni, presidente di Prison fellowship Italia. "La partecipazione di volontari e persone esterne indica che c'è interesse e che i detenuti non sono lasciati soli a scontare la pena. E questo è uno dei principi della giustizia riparativa", aggiunge il cappellano, don Nicola Corigliano. "Le diverse realtà, una volta conosciuta l'iniziativa, hanno partecipato con entusiasmo" sottolinea l'organizzatrice, Erika Rosso.
Per motivi di organizzazione relativi a ingressi e permessi, saranno quattro i nomi della cucina regionale a mettere a disposizione la propria professionalità e creatività con prodotti del territorio, tutti donati: Ornella Orsi, Samuele Riva, Roberto Vasori e Luigina Voyat.
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