L'inverno 2022-2023 verrà ricordato in Valle d'Aosta come una delle peggiori stagioni degli ultimi 36 anni per quanto riguarda le vittime da valanga. Collocandosi così, dal 1986, al terzo posto tra gli inverni con maggiore mortalità. I decessi sono stati otto. I dati sono stati forniti durante la presentazione del rendiconto nivometeorologico, che si è tenuto a Torino ed è stato organizzato da Arpa Piemonte, Regione Valle d'Aosta, Fondazione Montagna Sicura e Aineva.
Durante la scorsa stagione invernale, da dicembre ad aprile, si sono registrati 15 incidenti, con 26 persone travolte, quattro ferite e otto decedute. Dei 15 incidenti, 11 sono avvenuti con un pericolo valanghe 3 ovvero marcato, gli altri con un pericolo 4 (forte). Dalla ricostruzione degli eventi le valanghe sono state quasi tutte provocate al passaggio degli escursionisti/sciatori.
Fanno peggio dello scorso inverno solo quelli del 1991 con 12 vittime e del 1993 con 11. In questi casi, però si tratta di singoli eventi: il 17 febbraio del 1991 la valanga del Pavillon causò 12 vittime e nel 1993 otto delle 11 vittime furono causate dal distacco del seracco delle Grandes Jorasses. Dai dati emerge che durante una stagione invernale in Italia muoiono mediamente 20 persone e in Valle d'Aosta la media è di tre decessi.
Nel corso della stagione sono state censite 249 valanghe, di cui 21 mai registrate a catasto, 47 con eventi più grandi di quanto mai osservato. Il 55 per cento dei distacchi è avvenuto nella dorsale alpina.
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