La chiusura per tre anni della ferrovia Aosta-Ivrea potrebbe "creare un effetto di scelte collettive, perché magari si dirà 'la Valle d'Aosta è isolata, è difficile da raggiungere, tra Quincinetto e Verrès è sempre una coda continua, come facciamo...'" ma "sarò lieto assolutamente di essere smentito". Così Simone D'Inverno, capo della filiale di Aosta di Banca d'Italia, durante la conferenza stampa di presentazione del rapporto sull'economia regionale.
Le chiusure per lavori del traforo del Monte Bianco e della linea ferroviaria, oltre agli "svizzeri che minacciano la chiusura del traforo del Gran San Bernardo per un contenzioso finanziario" sono fattori che "possono davvero creare qualche problema, anche per esempio, al turismo: le attese sono molto positive, però è da considerare il momento in cui le vie di comunicazioni diventano molto difficili, un po' sature", ha detto D'Inverno.
"Ci sono solo - ha aggiunto - la statale 26 e l'autostrada, non c'è altro per arrivare in Valle. Vediamo se davvero si riuscirà comunque a superare queste difficoltà. Ce lo diranno i dati. Mi auguro che queste spero siano soltanto le paure del direttore della filiale della Banca d'Italia: questo più sulla ferrovia, sulla chiusura del traforo invece è ovvio, un impatto ci sarà. Lo valuteremo e credo che a giugno avremo già magari la possibilità di dire qualcosa". Dal rapporto l'unico dato che emerge in relazione alla chiusura del traforo del Monte Bianco è un aumento, nel primo semestre 2023, delle esportazioni di prodotti alimentari e bevande, soprattutto verso la Francia, per la necessità delle aziende valdostane di "anticipare le consegne". Nessun dato riguardante la ferrovia è presente.
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