Dalle 13 impronte umane dell'Età del
Bronzo trovate su un campo arato - le più antiche della Valle
d'Aosta - alla grande sala con 46 stele antropomorfe, lastre
monolitiche che "quasi segnano un rinascimento qualitativo" di
queste rappresentazioni della figura umana: dopo essere stata
chiusa per lavori dal marzo 2022 per lavori, l'Area megalitica
di Aosta riapre da sabato 11 novembre. A partire dallo
spostamento dell'ingresso, il percorso museale è stato rinnovato
e ampliato, per portare il visitatore alla scoperta del deposito
stratificato scoperto nel 1969. Un viaggio che parte dai momenti
finali del Neolitico (IV millennio a.C.) per poi passare all'Età
del Rame, del Ferro e Romana, fino a giungere al Medioevo e
all'Età Moderna.
Le feritoie lungo una galleria di accesso lasciano
intravedere la grande area archeologica del livello sottostante.
Tra le novità, più avanti, si trova la 'Rampa del tempo',
arricchita da elementi tridimensionali che rimandano a epoche
via via più lontane. E' nata poi una 'sala immersiva', con video
proiettati su pareti a 270 gradi.
"La nuova grande rivoluzione inizia con le stele", ha
spiegato durante la conferenza stampa l'archeologo Gianfranco
Zidda, affiancato dalla soprintendente per i beni e le attività
culturali, Cristina de La Pierre. "Una sala amplissima, più di
otto metri di altezza, nella quale si è riusciti a disporre
l'allineamento delle stele, che andava da Nord-est Sud-ovest e
poi riprendeva verso Nord-sud. Sono presentate oggi ben 46
stele, tra intere, frammentarie e basi. E' un caso unico, fino a
ora non esistono altri musei che hanno la possibilità di
presentare una ricchezza tale". Tutte stele "senza genere".
Spiccano poi le orme umane trovate in corrispondenza di solchi
di arature. I rilievi hanno potuto stimare anche l'altezza delle
persone, compresa tra i 155 e 170 centimetri.
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