Valle d'Aosta aperta critica il Defr 2024-2026 che sarà discusso nella prossima seduta del Consiglio regionale. "Il giudizio è molto negativo, a partire dai tempi: avrebbe dovuto essere approvato a luglio per dare gli indirizzi al bilancio, che invece la giunta ha già varato", attacca la consigliera regionale di Pcp Erika Guichardaz durante una conferenza stampa convocata sul tema. "Ci sono temi enormi che sono stati lanciati in quel documento senza essere discussi, dall'idea di un'azienda pubblica per i servizi alla persona alla mancanza di personale regionale. E' sparita anche la questione dell'equiparazione di vigili del fuoco e Corpo forestale con i colleghi dei corpi nazionali e sono stati lanciati grandi investimenti per gli impianti a fune, 500-600 milioni, di cui non conosciamo costi e contorni".
Raimondo Donzel (Area democratica) ha puntato sulla "mancanza di misure di contrasto alla povertà. Il bon chauffage non è mai stato reintrodotto e non c'è stata risposta all'intervento pesante del governo Meloni sul reddito di cittadinanza". Inoltre "abbiamo un abbandono scolastico che non si giustifica con gli enormi fondi stanziati: il problema è che non si vuole prendere atto che Ipra e Iar sono a numero a chiuso". Donzel ha poi criticato il Pd Valle d'Aosta che "aspetta che sia il governo Meloni a risolvere il problema del salario minimo".
Alex Glarey (Adu Vda) ha parlato di "incoerenze" nel Defr: "Quanto sono compatibili con la tutela ambientale le ruspe sul ghiacciaio del Teodulo? E' un caso che la zona" più a valle, in Valtournenche, "non sia oggetto di studio da parte di Fondazione montagna sicura?". Non mancano le critiche agli ex alleati, "Pd e Andrea Padovani: nel Defr si parla di approfittare dell'autonomia differenziata per chiedere maggiori competenze mentre la segretaria Schlein la critica".
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