Le principali associazioni del
mondo agricolo hanno partecipato al Tavolo verde convocato
dall'assessorato all'Agricoltura della Regione Umbria,
sottolineando le cose buone ma anche le criticità da affrontare
ancora, mettendo in evidenza il "grande sforzo fatto" con la
conferma di oltre 500 milioni di euro risorse decisive per il
settore.
"Grazie ad una interlocuzione costante e ribadendo le nostre
posizioni - ha affermato il presidente di Confagricoltura Fabio
Rossi - siamo stati sempre chiari nelle nostre posizioni anche
prima di questi momenti di tensione che sta vivendo il settore
agricolo".
In merito ai problemi di produzione e trasformazione, Rossi
ha voluto poi sottolineare l'importanza del made in Italy "da
difendere attraverso la tracciabilità". "Come agricoltori - ha
proseguito - dobbiamo proteggere i nostri raccolti, incidendo su
quello che impedisce di fare normale attività. La Legge
regionale del 2019 su acquiferi sensibili sta creando problemi
insormontabili per chi fa allevamento perché non si possono
spandere liquami e quindi non si può fare attività e si deve
quindi intervenire".
Molto si è parlato di Zootecnia come unico presidio rimasto
nelle colline. "Le filiere come olio, vino, luppolo e nocciolo -
ha detto ancora Rossi - sono fondamentali ma questo comparto ha
problemi di disponibilità di risorse e liquidità. Le aziende
stanno riducendo capi bestiame e quindi impoverendo il settore.
Pertanto, va applicata anche qua la logica della sostenibilità
altrimenti si manda in difficoltà l'agricoltura delle aree
montane. Se l'agricoltura non ha responsabilità per le tematiche
ambientali non può pagare l'agricoltura".
E tornando alle filiere il presidente di Confagricoltura ha
concluso: "per farle andare più spedite vanno affrontati
aspetti, come la finanziabilità degli impianti agricoli, che
altrimenti se non risolti ne bloccano il buon esito".
È tornato a parlare di zootecnia anche il presidente di
Coldiretti Albano Agabiti, evidenziando come questa rappresenti
più di un terzo del pil agricolo della regione e per questo
motivo anche in questo caso "devono uscire prima possibile bandi
di filiera".
Agabiti spera anche nella riassegnazione delle risorse,
"visto che nelle graduatorie precedenti poche imprese ne avevano
prese la maggior parte". "Anche in questa programmazione - ha
rilevato - ci avete ascoltato per mettere dei tetti che potevano
comunque essere ancora più abbassati". In questi momenti di
difficoltà per le imprese, secondo il presidente Coldiretti "è
anche necessario agire sull'accesso al credito, con il supporto
della finanziaria della Regione". Ed ora che per l'andamento
climatico "devastante" si parla di stato di calamità, Coldiretti
chiede anche da parte della Regione "una azione politica forte
per farlo riconoscere su tutte le strutture e su tutto
territorio", così come chiede "la sospensione delle rate dei
mutui".
Anche la Cia, con l'intervento del presidente Matteo
Bartolini, ha ribadito l'importanza della tracciabilità, della
semplificazione e di una corretta valutazione preliminare
dell'allocazione delle risorse per evitare "i fallimenti di
alcune misure". Anche per lui al centro c'è la questione del
credito a favore delle aziende agricole, "e soprattutto per il
giovane che si insedia c'è bisogno di celerità nelle risposte,
visto che in Umbria è sentito il problema del ricambio
generazionale e dei terreni abbandonati".
In merito alla filiera agroalimentare, il presidente Cia ha
ricordato infine che "il 6% lordo ammazza l'azienda agricola e
quindi bisogna far ottenere all'impresa il giusto guadagno anche
perché senza materia prima si fa fatica a tenere insieme il
settore".
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