Dopo la riunione nel pomeriggio di
ieri, durata oltre sei ore, la Seconda commissione consiliare
regionale, presieduta da Valerio Mancini, ha votato
all'unanimità dei presenti (Mancini, Castellari, Puletti,
Rondini-Lega, Bettarelli-Pd e De Luca-M5s), una nuova Proposta
di risoluzione contenente "Provvedimenti a tutela e sostegno del
settore agricolo umbro" che verrà posta al voto dell'Aula nella
riunione della prossima settimana.
Accolte sostanzialmente - spiega la Regione - tutte le
modifiche e le integrazioni proposte dell'assessore Roberto
Morroni (presente nella prima parte della riunione) e illustrate
dal dirigente dell'assessorato, Franco Garofalo, a cui si sono
aggiunte altre indicazioni di alcuni commissari ed altri
soggetti presenti in audizione: rappresentanti di organizzazioni
di categoria (Fabio Rossi-presidente Confagricoltura e Matteo
Bartolini-presidente Cia) ed alcuni imprenditori agricoli.
Un primo documento di indirizzo, votato anche in quella
circostanza all'unanimità dei presenti, la commissione lo aveva
licenziato lo scorso 16 febbraio (https://urly.it/3-czc) e
portato al voto dell'Assemblea legislativa nella seduta del 20
febbraio dove l'assessore Roberto Morroni, però, dopo la
presentazione del documento, aveva chiesto il rinvio in
commissione per apportare alcune modifiche che lo stesso
assessore anticipò già in Aula. (https://urly.it/3-czb).
Il dispositivo del nuovo documento di indirizzo - spiega un
comunicato della Regione - prevede importanti e molteplici
impegni per la Giunta regionale.
Particolare attenzione è stata da tutti riservata anche alle
premesse contenute nel documento, dove molteplici sono state le
modifiche proposte dall'assessorato, poi integrate al testo
originario. Viene quindi ribadito che l'agricoltura riveste in
Umbria un ruolo di rilievo sia dal punto di vista sociale,
economico, ambientale e paesaggistico.
"Il lavoro degli imprenditori agricoli umbri - si legge nel
documento di indirizzo - consente la produzione di eccellenze
enogastronomiche locali che hanno raggiunto fama internazionale
incentivando, così, lo sviluppo dell'Umbria anche dal punto di
vista turistico. Anche il settore agricolo - viene osservato -
ha subìto le pesanti ripercussioni conseguenti alla pandemia da
Covid-19 e allo scoppio della guerra in Ucraina e in ultimo la
crisi nel Canale di Suez. Le attività portate avanti dai governi
regionali, e in particolare dall'assessorato all'Agricoltura,
nel corso di questa legislatura, hanno consentito nello
specifico di: salvaguardare i livelli della dotazione
finanziaria spettanti all'Umbria sia nei due anni di
trascinamento (2021-2022) della precedente programmazione che
della nuova programmazione (2023-2027); rafforzare la struttura
amministrativa dell'assessorato che ha consentito di velocizzare
i pagamenti in favore delle imprese (le domande di sostegno
delle misure a superficie ricevono i relativi pagamenti entro lo
stesso anno, circostanza mai verificatasi in precedenza) e di
elevare il livello della spesa liquidata, in favore delle
imprese, portandola nel 2022 a 138 milioni di euro e nel 2023 a
143 milioni di euro rispetto ad una media degli anni precedenti
che si attestava intorno a 105 milioni di euro; attivare linee
di intervento tese a favorire processi di modernizzazione del
tessuto agricolo regionale e la sua capacità produttiva e a
valorizzare la redditività (prima fra tutte la spinta per la
nascita delle filiere corte e dell'attenzione al tema della
qualità delle produzioni)".
Si prende anche atto della volontà esplicitata e dei
conseguenti impegni assunti dall'assessore all'Agricoltura in
occasione del Tavolo verde, svoltosi il 9 gennaio 2024,
relativamente alla definizione di strumenti finanziari per
consentire un uso più efficace delle risorse del Csr, tenuto
conto delle difficoltà rappresentate dalle imprese con il
sistema del credito, nonché all'introduzione di forme di
prestito a breve termine per supportare le imprese ad alleviare
le problematiche di liquidità che si riscontrano nel sistema. Si
prende atto anche della decisione del governo nazionale in
merito ad una più leggera reintroduzione dell'Irpef sui redditi
agrari e dominicali che prevede l'esenzione per quelli al di
sotto dei 10mila euro e una riduzione del 50 per cento per i
redditi fino a 15mila euro. Si prende quindi atto del fatto che
"le misure messe in campo dall'Unione europea e dal Piano
strategico nazionale appaiono insufficienti a sostenere il
settore agricolo, che stanno mettendo in ginocchio gli
imprenditori agricoli, non solo in Italia, ma anche negli altri
Paesi dell'Unione". Una sottolineatura viene riservata al
sensibile aumento dei prezzi delle materie prime causato, in
particolare, dalla crisi energetica e dal conflitto tra Russia e
Ucraina. Si prende poi atto della discrasia dei prezzi che
relegano le imprese del settore agricolo ad un ruolo subalterno
nell'ambito della dinamica dei mercati e vengono considerate le
problematiche emerse e approfondite nel corso dell'audizione dei
rappresentanti del mondo agricolo regionale svolta dalla Seconda
Commissione lo scorso 31 gennaio, oltre all'insostenibile
aumento del prezzo del gasolio agricolo e delle materie prime.
L'atto verrà illustrato all'Aula dal presidente della
commissione, Valerio Mancini, che a margine della riunione ha
ringraziato tutti gli intervenuti per la partecipazione attiva
alla stesura del documento, dicendosi convinto che le proposte e
quindi le indicazioni contenute nello stesso potranno
intervenire per alleviare le molteplici criticità che stanno
interessando il mondo agricolo e su cui tutti siamo chiamati ad
intervenire con iniziative e misure capaci di dare risposte
precise e concrete".
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