Ampio dibattito in Assemblea legislativa dopo la "Relazione sullo stato di attuazione del programma di governo e sull'amministrazione regionale (anno 2020)" da parte della presidente della Regione Donatella Tesei. Seguito dall'intervento del portavoce dell'opposizione Fabio Paparelli. "Dopo l'intervento del portavoce delle opposizioni, dirò anch'io la mia verità: nel 2020 la crisi dovuta all'emergenza sanitaria ha avuto pesanti ripercussioni" ha detto il capogruppo della Lega Stefano Pastorelli. "L'economia regionale - ha aggiunto - era già in sofferenza, ma nonostante le difficoltà la Giunta si è adoperata per il contrasto alla crisi emergenziale e ci reputiamo soddisfatti del lavoro fatto, dalle risposte sanitarie fra le più efficaci in Italia e poi, nel limite delle risorse finanziarie, un pacchetto di risposte significative: invarianza della leva fiscale, contenimento delle spese di funzionamento delle agenzie per incrementare gli spazi finanziari, riduzione dei costi della politica e spazi di bilancio per interventi nei servizi essenziali. Saldo positivo nel pareggio di bilancio senza incidere sui servizi essenziali. Taglio di sprechi inefficienze. Per quanto riguarda il sostegno all'economia sono state attivate misure di sostegno economico con gli strumenti di Gepafin, con il coinvolgimento della Cassa depositi e prestiti per l'accesso agli strumenti; riprogrammato il Fondo sociale europeo, trovate risorse di supporto anche per l'inclusione sociale, supporto ai lavoratori autonomi, vedi il bando di sostegno una tantum ai senza tutele, le rette per i servizi socioeducativi, la sanificazione di scuole e strutture universitarie. Messe in campo borse di studio per l'emergenza Covid a beneficio di studenti delle scuole secondarie, borse Adisu, per studenti meritevoli, misure straordinarie per universitari, tirocini e interventi formativi in settori come cultura e turismo, in agricoltura sostegno alle imprese agricole, misure per garantire la flessibilità nelle tempistiche per realizzare interventi, agevolando i pagamenti, garantito un flusso di pagamenti elevato, in linea con anni precedenti. Per l'edilizia residenziale pubblica il finanziamento Ater di oltre 1 milione di euro. E ancora il restauro della basilica di San Benedetto, il nuovo polo scolastico di Norcia, la prosecuzione di azioni per lo sviluppo delle attività agricole in area sisma, più pratiche avanti per la ricostruzione privata, il mantenimento delle attività in area sisma. Erogazioni per i progetti e i pagamenti ai professionisti. Erogati pagamenti su opere eseguite a prescindere dallo stato di avanzamento. In tema di salute e welfare, con il Covid, garantito il monitoraggio e il controllo sul contagio, garantita la tenuta del sistema salute, oltre 1,5 milioni di euro per il contratto di emergenza. Per il turismo approvate le linee strategiche post Covid, con il riposizionamento dell'offerta turistica del brand Umbria. Fin da subito presidente Tesei e assessore Agabiti hanno provveduto al progetto di rilancio 'Umbria bella e sicura'. Sullo sport l'emergenza Covid ha portato molti problemi, ma sono state finanziate associazioni sportive e progetti, cito la collaborazione con il Coni regionale su 'Giovani e sport al tempo del Covid', per 57mila euro. Per quanto riguarda le politiche sociali è stata necessaria la riallocazione delle risorse comunitarie in quanto l'emergenza sanitaria ha acceso molte problematiche, con l'aumento delle vulnerabilità e delle fragilità. Avviato il procedimento per la ricostituzione della Consulta regionale dei giovani, per collegare le diverse politiche di settore. Sul disagio giovanile si è lavorato sulla rilevazione del disagio con interventi territoriali, percorsi formativi per gli operatori che interagiscono con i giovani e di educazione a tutela della salute degli adolescenti. L'Umbria ha affrontato la pandemia in condizioni più difficili delle regioni del centro-nord. Il nostro obiettivo è sempre quello di far ripartire l'Umbria, e la Lega farà la propria parte". Per Thomas De Luca, Movimento 5 stelle, "questa maggioranza è interessata a mantenere rendite di posizione, a chiudere le opportunità di futuro dell'Umbria, ad alimentare un fondamentalismo ideologico reso evidente dalle parole sul ddl Zan". "Intanto in Umbria le differenze crescono in modo vertiginoso - ha proseguito - e la differenza tra poveri e ricchi diventa sempre più larga. L'ascensore sociale si è rotto. L'assistenza, anche per patologie gravissime, è inadeguata. In molti ormai hanno come unico strumento per vivere il reddito di cittadinanza, in assenza di altre speranze ed altri strumenti. La povertà è diventata una condanna, un marchio di infamia. Il Pil regionale non ci rende la situazione effettiva di tutto il territorio: il Cratere e l'Umbria del sud continuano a non offrire le stesse opportunità e le stesse occasioni del resto della regione. Il tema del secolo sarà il come affrontare le contaminazioni ambientali, i cambiamenti climatici, la scarsità di acqua pulita. Tutto ciò mentre il risanamento è fermo. Questa consapevolezza nel programma di questa maggioranza non c'è. Serve un nuovo approccio nell'industria e nell'agricoltura". "Importante il lavoro svolto dall'assessore Morroni nell'ambito della programmazione delle risorse comunitarie così come quello svolto dall'assessore Melasecche nell'ambito di trasporti" ha quindi evidenziato Andrea Fora, Patto civico. "Rilevante la centralità recuperata - ha affermato - sul tema delle infrastrutture. Vedo indicazioni per un cambio di marcia che prevede scelte nuove per questa regione. Non si capisce ancora bene come sono state usate le risorse nazionali per l'emergenza, visto che siamo fermi sul piano delle assunzioni e degli incentivi al personale. Tante cose sono state fatte e in alcuni casi si poteva fare meglio. Rispetto al livello del Pil, esso dimostra una tenuta che però va letta insieme al rapporto Caritas che registra un aumento del 25 percento della povertà assoluta: il 70 percento di questi non sono profughi, ma italiani, disoccupati, stagionali, lavoratori occasionali, cassintegrati che per la prima volta si trovano in reali difficoltà economiche. All'azione di governo manca una visione che si sostanzi con strategia in grado di invertire la rotta verso il declino di questa regione. Non è stata ancora data una risposta alla domanda di come costruire il futuro di questa regione. Non basta spendere soldi se non si raggiungono risultati. Sarebbe necessaria una seria riforma della Pa. Abbiamo una macchina amministrativa lenta e inefficiente. Il tema del rilancio dei borghi e dei territori non viene affrontato. Riscontro molta timidezza nel cambiamento e una azione di governo a passi corti". "Non state governando, ma solo facendo ordinaria amministrazione" le parole di Tommaso Bori, Pd. "Fuori dal palazzo hanno già dato il giudizio su di voi - ha proseguito - e lo dimostra l'ultimo sondaggio, con il più grande calo di consensi rispetto all'anno scorso. Vi dovreste interrogare su come avete gestito l'emergenza e la campagna vaccinale. Lo sblocco dei licenziamenti in Umbria comporterà tra i 10 e i 30 mila cittadini senza lavoro. Il Pil crolla a due cifre. Qualunque tipo di recupero è un rimbalzo, non una ripresa. Il decremento demografico in Umbria per i prossimi 10 anni è enorme, si parla del 2 per cento. Dalle sue linee guida è scomparsa la sanità privata e il modello lombardo. In Umbria ci sono 65 mila prestazioni sanitarie inevase, una enormità. L'enorme aumento della sanità privata in Umbria è dovuta a questo, basta non far funzionare la sanità pubblica. Non avete usato i fondi del Governo per potenziare la rete ospedaliera, ma avete generato un buco di bilancio enorme. I nostri concittadini stanno pagando un bilancio di salute enorme. Questa è la prima emergenza da affrontare. La salute non è un privilegio. Oggi il Lazio assume 10mila operatori sanitari, in Umbria non abbiamo neanche pareggiato i pensionamenti. Il problema va affrontato e non rimosso. Con il Pnrr, insieme alla nuova programmazione europea, l'Umbria ha l'opportunità di accedere a una quantità di risorse maggiore del piano Marshall. Noi ci saremmo aspettati un nuovo modello di sviluppo, sostenibile, con nuovo lavoro qualificato. Il vostro Pnrr è senza anima e senza visione. Non c'è progettualità per lo sviluppo vero e in contraddizione con quello che serve al nostro territorio. Avete portato avanti azioni spot, siete rassegnati al declino, l'obiettivo è la sopravvivenza e non il rilancio verso il futuro. La Garante dell'infanzia va rimossa dopo le dichiarazioni che ha fatto. Volete rendere questa regione sempre più periferica e isolata, portandola indietro. Lo combatteremo con proposte e idee, puntando sul progetto dell'Italia mediana. Dovete pensare un po di più al futuro e meno al passato, lavorare per l'interesse globale e non particolare, interessarsi di quello che in Umbria è necessario e meno delle dinamiche di partito". "Stiamo portando avanti un'opera di ricostruzione, di rifondazione dell'Umbria" ha rivendicato Roberto Morroni, FI. "La comunità umbra - ha aggiunto - ha le energie per vincere questa sfida, ma va giocata al meglio perché non avremo una seconda opportunità. La giunta Tesei ha introdotto elementi di discontinuità molto significativi rispetto all'immobilismo degli ultimi lustri. Nonostante la pandemia. Il tema centrale è che a causa delle carenze e dell'inadeguatezza del governo degli ultimi 10 anni, l'Umbria si è disconnessa dai ritmi di sviluppo. È necessario arrestare la propaganda da parte di chi ha governato in passato questa regione e lasciare spazio ad un approccio costruttivo, al confronto. Serve sviluppare una dinamica che ridia a questa regione sviluppo, agganciare i temi della modernità. Se non si crea ricchezza difficilmente possiamo uscire dal tunnel. Abbiamo rimodulato le risorse comunitarie, che per qualche anno erano rimaste nei cassetti per mancanza di cofinanziamento, o usate per tamponare i buchi enormi. Risorse che avete sottratto alle dinamiche di sviluppo dell'Umbria. Con la rimodulazione massiccia dei fondi comunitari abbiamo dato segnali espliciti su tre assi fondamentali: economia, turismo e agricoltura. Sull'economia abbiamo lanciato molteplici stimoli. I bandi dell'ultimo anno hanno dato sostegno alle imprese, puntando a stimolare l'innovazione digitale, l'internazionalizzazione delle imprese. Sul fronte del turismo, una regione che per anni non è stata in grado di darsi un brand chiaro e inequivocabile. I provvedimenti che sono stati presi servono a dare un'identità precisa della nostra regione. I messaggi e gli sforzi stanno producendo risultati, con incrementi rispetto al 2019. Per l'agricoltura abbiamo davanti una serie di sfide importanti, grandi riforme. I rifiuti mostrano l'inerzia e l'immobilismo delle amministrazioni degli ultimi anni. Noi stiamo percorrendo una strada. Nel 2022 ci sarà il nuovo piano regionale dei rifiuti. Vogliamo trasformare il settore agricolo regionale in uno dei polmoni di ripresa. Si stanno dando indicazioni in netta discontinuità rispetto al passato, spingendo per la creazione di filiere e non dando tutto a tutti. La sfida demografica è da vincere". "Abbiamo dovuto lavorare molto - ha detto Enrico Melasecche - per affrontare i numerosi errori commessi in passato nel settore trasporti, che accumulava milioni di euro di debiti fornendo servizi di basso livello. Negli ultimi 10 anni non c'è stato nemmeno il coraggio di fare una gara, nonostante ciò fosse obbligatorio. La Regione continuava ad utilizzare fondi per gli investimenti per saldare i debiti accumulati. Dobbiamo lavorare per un servizio che eviti di spostare enormi bus per andare e prelevare un passeggero a chilometri di distanza. Le aziende si devono modernizzare, attivare il trasporto e chiamata e prepararsi alle gare. Avremmo dovuto mandare i libri di Umbria Mobilità al tribunale. Sarebbe stata la strada più comoda. Ci siamo invece assunti la responsabilità di perseguire un processo di riorganizzazione lento e difficile. Se ancora la riforma non è arrivata a compimento ciò dipende dal fatto che le banche non hanno ancora sottoscritto il patto di 'non aggressione' alle risorse della nuova Agenzia, che permetterà di risparmiare molto anche solo con l'iva. La Fcu è stata chiusa 5 anni fa, non certo da noi. Abbiamo ottenuto di inserirla nel Pnrr per riaprirla e rilanciarla. Abbiamo ottenuto oltre 82 milioni per la strada Tre Valli, per realizzare ciò che sembrava irrealizzabile. L'Umbria è stata esclusa dal programma nazionale dei finanziamenti per le piste ciclabili e noi stiamo cercando di reinserirla". Vincenzo Bianconi, Misto, ha parlato di "un bilancio con luci ed ombre". "Ci sono difficoltà - ha detto ancora - e un diffuso stato di crisi sociale ed economico. Oggi abbiamo l'occasione di disporre di risorse irripetibili. L'assessore Morroni ha messo in evidenza la questione demografica che pesa sull'Umbria. A questo proposito è necessario coinvolgere i giovani nella visione dell'Umbria del futuro, pensando a come investire le risorse che arriveranno per risolvere i problemi atavici dell'Umbria. Tutto ciò richiede un vero confronto, una vera partecipazione. Servono strumenti chiari e oggettivi, serve una legge per la partecipazione, per la quale ho presentato una mozione". "Anche oggi è emersa la forte contrapposizione tra due verità" ha sostenuto Simona Meloni, Pd. "In questa fase però - ha aggiunto - sarebbe opportuno superare la propaganda per mettere in evidenza azioni e fatti. Dobbiamo concentrarci sulla sanità, sul lavoro, sul sostegno al commercio e alle partite iva. Invece continuo a sentire recriminazioni verso chi ha governato. La sanità in questi mesi si è indebolita, le liste di attesa si allungano, i distretti sanitari si vuotano e indeboliscono, ci sono ambulatori pubblici bloccati mentre quelli privati sono stati aperti. Del mondo del lavoro non se ne parla più, a parte una riforma che privilegia i pochi e non tiene conto delle fasce deboli. Le crisi aziendali non sono più all'attenzione. Non ci sono politiche giovanili e per la famiglia. I ristori sono stati previsti solo per i commercianti dei centri storici. Le imprese rimangono fuori dalle misure di sostegno. Le associazioni che tengono in vita i piccoli comuni restano senza sostegni. Il fronte dei diritti è stato indebolito e ci sono state dichiarazioni imbarazzanti da parte della Garante dei minori mentre ci sarebbe molto da fare per i ragazzi che hanno sofferto per la pandemia". "Siamo ancora in emergenza a causa della pandemia. In Umbria avevamo 69 terapie intensive invece delle 127 previste dal Governo. C'era quindi un problema piuttosto serio già prima. Il resto sono mistificazioni" ha sottolineato l'assessore alla Sanità Luca Coletto. "Abbiamo affrontato l'emergenza con forze limitate - ha detto ancora - che però sono state in grado di limitare decessi e contagi. Non ci sono state privatizzazione ed anzi abbiamo dovuto sanare il caso Prosperius di Umbertide, dove si dava la maggioranza ai privati usando il capitale pubblico. Noi non stiamo privatizzando, ma riportando nella legalità una situazione. L'Umbria ha bisogno di mobilità attiva, visto che dal 2014 ad oggi sono stati persi circa 25 milioni da questo capitolo. Soldi che perdiamo due volte, dato che dobbiamo pagare la mobilità passiva degli umbri. La spesa farmaceutica umbra è cresciuta negli ultimi anni ed anzi nel 2020 è diminuita. La Lombardia ha la stessa spesa dell'Umbria, con dieci volte il numero di abitanti. Abbiamo preso in carico il problema delle liste di attesa e cerchiamo di risolverlo. Sui fondi alle case di cura private, ci sono state verifiche dei Nas e della Corte dei conti, che non hanno riscontrato irregolarità. Dal 2015 ad oggi i nostri ospedali sono in perdita. Per mantenere l'equilibrio di bilancio sono stati buttati negli ultimi anni circa 100milioni, che invece potevano servire per curare gli umbri. Sul sociale, abbiamo aggiunto 1,5 milioni rispetto ai tagli effettuati dalla Giunta precedente al Prina. Abbiamo chiuso una sperimentazione sulla Sla con una commissione di tecnici che si è basata sulla reale condizione dei pazienti. Per controllare la spesa abbiamo usato Agenas, che non è privata, ma uno strumento del Governo italiano. Abbiamo deliberato il Creva per verificare le necessità delle aziende sanitarie e ospedaliere, per valutare la correttezza degli acquisti. La riduzione delle borse di studio che subiamo oggi sono causati da scelte del passato. Per lo stesso motivo in Umbria non c'è una Rems e per questo paghiamo le altre Regioni. L'elisoccorso per fortuna lo abbiamo riportato in Umbria".
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