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'Aiutiamoli a vivere', in arrivo mille bambini ucraini

'Aiutiamoli a vivere', in arrivo mille bambini ucraini

In 30 anni portati in Italia 600 mila bambini di Chernobyl

TERNI, 15 marzo 2024, 13:54

Redazione ANSA

ANSACheck

'Aiutiamoli a vivere ', in arrivo mille bambini ucraini - RIPRODUZIONE RISERVATA

"In 30 anni abbiamo portato in Italia 600 mila bambini di Chernobyl ed ora ci prepariamo ad accogliere, presso le nostre strutture, mille bambini ucraini che resteranno qui per circa sei mesi": a illustrare all'ANSA ciò che ha fatto e che continua a fare la "Fondazione Aiutiamoli a vivere" di Terni, è il presidente Fabrizio Pacifici.
    Un passato da assessore comunale e prima ancora da esponente di primo piano del Partito comunista italiano, Pacifici dal 1991 - anno di costituzione della Fondazione, che mise in piedi assieme a padre Vincenzo Bella - ha deciso di spendere la sua vita per i più piccoli, "perché - dice - soltanto i bambini ci salveranno".
    La folgorazione negli anni successivi allo scoppio della centrale nucleare, quando visitò un ospedale del posto e toccò con mano la tragica realtà. Chiese aiuto al suo mondo politico, ma ricevette solo porte in faccia e così, malgrado il suo essere - all'epoca - completamente ateo, si rivolse al frate dell'Ordine dei minori conventuali e fu così che iniziò la storia di "Aiutiamoli a vivere", divenuta Ong nel 2010. "Oggi sono un fervido credente e credo nei miracoli", sottolinea Pacifici, tanto da guadagnarsi l'appellativo di "il compagno" di Dio.
    "La Fondazione - spiega - conta 250 sedi in tutta Italia e uffici di rappresentanza in Bielorussia, Ucraina, Congo e Giappone. Possiamo contare sul supporto di diecimila famiglie, sempre pronte a mettersi a disposizione per i bimbi e per le varie iniziative di solidarietà". L'ultima, pochi giorni fa, quando lo stesso Pacifici, insieme ad altri volontari, ha raggiunto Kiev: "Abbiamo portato aiuti alimentari e altre merci a militari e bambini - racconta - ma è stato un viaggio importante perché abbiamo stretto l'accordo per far arrivare i piccoli in Italia, così da rigenerarli anche sotto il profilo psicologico, e abbiamo gettato le basi per recuperare un ospedale in Ucraina e portare lì due apparecchiature che chiamiamo 'cubo' che serviranno per la telemedicina e saranno collegate al Sant'Orsola di Bologna".
    Ma la Fondazione non si occupa solo dei bimbi ucraini, "stiamo mettendo in piedi - sottolinea Pacifici - un progetto importante a Betlemme dove, assieme a Stefano Cimicchi - ex sindaco di Orvieto, ndr. - interverremo, grazie al contributo del governo giapponese, per la realizzazione di un reparto pediatrico per i bambini palestinesi e installeremo anche lì il 'cubo' per la telemedicina".
   

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