Ha beneficiato dei contributi
governativi destinate alle attività economiche per fronteggiare
la crisi legata al Covid ma secondo le indagini della guardia di
finanza di Perugia l'attività, del settore della ristorazione,
non avrebbe potuto accedere ai benefici in quanto già
destinataria di un provvedimento interdittivo antimafia. Su
delega della Procura del capoluogo umbro, il Gruppo
investigativo criminalità organizzata del nucleo di polizia
economico-finanziaria ha quindi dato esecuzione ad un decreto di
sequestro preventivo nei confronti di un imprenditore ritenuto
responsabile del reato di indebita percezione di erogazioni a
danno dello Stato.
L'operazione si inserisce negli accertamenti avviati
d'iniziativa dalle fiamme gialle, nei confronti dei soggetti
esercenti attività d'impresa e di lavoro autonomo, titolari di
partita Iva, beneficiari dei contributi previsti dai
provvedimenti d'urgenza emanati dal Governo, tra marzo e
dicembre 2020, per fronteggiare la crisi economica derivante dal
Covid. In particolare, l'attenzione si è incentrata sulla
verifica dei requisiti per l'accesso alle provvidenze a fondo
perduto dei decreti Rilancio, Ristori e Ristori-bis.
E' quindi emersa la posizione di una società, alla quale
facevano capo due pizzerie-bracerie del capoluogo umbro, nei cui
confronti erano stati erogati, in due tranche, contributi.
Secondo gli inquirenti i successivi approfondimenti hanno
evidenziato che la stessa non avrebbe potuto accedere al
beneficio economico, in quanto già destinataria di provvedimento
interdittivo antimafia, anche sulla base degli elementi
acquisiti dai finanzieri del Gico, circa la presunta contiguità
dei soci e dell'amministratore ad ambienti della criminalità
organizzata di stampo mafioso.
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