Il gruppo del Partito democratico
del Trentino in Consiglio provinciale di Trento ha depositato un
disegno di legge sul "Sistema integrato dei servizi di
educazione e istruzione dalla nascita sino ai sei anni", per
riformare interamente il sistema di servizi per l'infanzia. La
proposta, presentata in conferenza stampa, prende le mosse dal
sistema integrato di educazione e di istruzione dalla nascita ai
sei anni, introdotto a livello nazionale con il decreto
legislativo 13 aprile 2017 e dalle "Linee pedagogiche per il
sistema integrato zerosei", adottate con decreto ministeriale
nel novembre del 2021.
"È importante che anche in Trentino trovi parte la disciplina
integrata sullo 'zerosei', come avvenuto a livello nazionale. Si
tratta di un nuovo modello pedagogico (e non solo
organizzativo), che risponde meglio alle esigenze della società.
Non abbiamo ritenuto opportuno che questo ddl si affianchi alla
normativa vigente, perché sono passati più di 20 anni
dall'ultima legge. Il Trentino ha competenza primaria su questi
settori, dobbiamo valorizzare le competenze che abbiamo,
mettendo al centro i bambini", ha detto la prima firmataria,
Francesca Parolari.
Il ddl prevede in particolare l'istituzione di coordinamento
pedagogico territoriale che riunisce i coordinatori pedagogici
dei servizi del sistema integrato zerosei esistenti sui
territori di riferimento, la conferma dei servizi educativi in
una cornice di regole e regia pubblica e il sostegno
dell'attivazione dei poli per l'infanzia. Inoltre, si prevede
l'accesso universale e gratuito ai servizi alla prima infanzia
individuando le risorse finanziarie specifiche e l'istituzione
di un nuovo ente per la gestione della scuola dell'infanzia
provinciale (per risolvere che il personale abbia due differenti
datori di lavoro, come accade ora con insegnanti e personale
ausiliario). Infine, si rafforza il ruolo della assemblea dei
genitori al posto dei comitati di gestione.
A detta di Parolari, la proposta normativa garantirà "a tutti
i bambini gli stessi diritti, spezzando la catena della povertà
educativa e tenendo conto delle nuove fragilità delle famiglie".
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