La Procura di Pescara ha concluso
le indagini sulla maxi truffa all'Unione Europea per intascare
milioni di euro di fondi pubblici per pascoli inesistenti.
Questo è l'esito della operazione "Transumanza", condotta dalla
Guardia di Finanza di Pescara, diretta e coordinata dalla
Direzione Distrettuale Antimafia della Procura di L'Aquila.
Sono 75 i soggetti e gli enti coinvolti, 44 persone e 31
società, in tutta Italia, tra Abruzzo, Puglia, Trentino Alto
Adige, Piemonte, Lombardia, Veneto, Liguria, Emilia Romagna,
Lazio e Campania, per un giro di affari illecito su cui si
sospetta anche la mano della "mafia foggiana", visto il
coinvolgimento di soggetti contigui a figure interne ad
organizzazioni criminali del Gargano.
Il pool investigativo ha così tratteggiato l'esistenza di un
sodalizio criminale dedito alla perpetrazione, con l'aggravante
mafiosa, di frodi a danno del bilancio nazionale e comunitario,
che sarebbe stata attuata mediante indebite richieste di
contributi per il Fondo Europeo Agricolo di Garanzia (F.E.A.GA)
nel settore della Politica Agricola Comune (PAC).
Per truffare Bruxelles, l'associazione per delinquere, operativa
dal 2014, di cui farebbero parte 13 persone, avrebbe simulato il
possesso dei requisiti necessari per ottenere la disponibilità
di terreni e di corrispondenti titoli PAC, rilasciati
gratuitamente dalla Riserva Nazionale dei Titoli ai nuovi
giovani imprenditori agricoli.
Secondo gli investigatori, le nuove imprese agricole fittizie
sarebbero state in combutta con altrettante società cooperative
agricole o associazioni temporanee di imprese, costituite per
fare incetta di migliaia di ettari di terreni la cui concessione
ad uso civico veniva messa a bando dai Comuni.
Le frodi, accertate dai finanzieri, ammonterebbero a circa 5
milioni di euro e i soggetti e le imprese coinvolte sono
accusate a vario titolo, di autoriciclaggio, reimpiego di
proventi illeciti, ricettazione, truffa aggravata ai danni dello
Stato e per il conseguimento di erogazioni pubbliche.
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