Negli ultimi due anni gli
allevamenti da latte associati alla Federazione provinciale
allevatori del Trentino si sono ridotti da 680 a 638, con un
calo del numero di capi in produzione da 19.320 a poco più di
18.000. Cinque anni fa (2018) gli allevamenti erano 740, con una
media di poco meno di 20.000 vacche presenti. Il quadro generale
di attività e dei risultati è stato presentato dal presidente
Giacomo Broch durante l'assemblea di oggi. Il presidente ha
sottolineato il ritardo nei pagamenti previsti dalla Pac, che
rappresentano - ha detto - "il giusto riconoscimento del nostro
lavoro" chiedendo agli interlocutori istituzionali presenti,
anche nella gestione dei grandi carnivori, un intervento.
Presenti l'assessore all'agricoltura Giulia Zanotelli, quello
alla cooperazione e sanità Mario Tonina, l'europarlamentare Svp
Herbert Dorfmann ed il presidente del Consiglio provinciale,
Claudio Soini.
Il bilancio 2023, approvato all'unanimità, è stato chiuso con
segno positivo, come riferito dal direttore Massimo Gentili.
Costi e ricavi della produzione rimangono sostanzialmente
invariati rispetto all'anno precedente. Il valore della
produzione è stato di poco superiore ai 17 milioni di euro.
L'utile ha raggiunto 90.000 euro, destinato a rafforzare il
patrimonio della cooperativa. "Tuttavia - è stato precisato dai
vertici - pesa sul bilancio delle aziende associate l'effetto
della crisi innescata dall'invasione dell'Ucraina. Nel solo 2022
i costi di produzione sono aumentati di circa il 30% rispetto al
2020, un incremento non del tutto compensato dall'aumento dei
prezzi di latte e formaggi al consumo".
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