La città di Trento conta 18 alberi
o filari monumentali, di cui cinque identificati e schedati nel
2017 e 13 inseriti nell'elenco degli Alberi monumentali d'Italia
lo scorso anno, attraverso un progetto con l'Università di
Trento. La maggior parte delle piante si trovano in ambito
cittadino, ma non si tratta solo di esemplari singoli: vi sono
anche interi viali alberati, come il filare che costeggia tutto
il Lungadige Sanseverino, che risale alla rettifica del fiume
Adige, effettuata a metà Ottocento.
L'esemplare più antico - a quanto riferito in conferenza
stampa - è il Platano di via Santa Croce, messo a dimora nel
1835, seguito dal Cedro del parco di Gocciadoro, piantato in
occasione dell'Unità d'Italia, nel 1861, da Pietro Bernardelli.
Gli esemplari più maestosi sono invece i Platani del filare
sul Lungadige Sanseverino, che in alcuni casi hanno una
circonferenza del fusto superiore ai 600 centimetri per oltre 30
metri di altezza, mentre la pianta più alta, ma non ancora
inserita nell'elenco, è il Liriodendro al parco Gocciadoro (35
metri).
Oltre ai citati, tra gli alberi monumentali vi sono il Cedro
dell'Himalaya in via Gmeiner, il Bagolaro vicino alla chiesa di
Sant'Antonio di Cortesano, un Tiglio nostrano a Maderno, un
Pioppo in largo Pigarelli nero, un Platano ibrido in via San
Francesco, un Cedro dell'Himalaya in via Madruzzo, una Sequoia
gigante in via Ferrandi a Villazzano, un Platano ibrido tra via
Romagnosi e via Torre Verde, un Cedro del Libano alla Vela, un
Platano ibrido in via Vannetti, un Castagno europeo a Sardagna,
una Sequoia gigante a Povo, un Ciliegio selvatico a passo del
Cimirlo, un Faggio a Malga Brigolina, una Sequoia gigante a Poco
e un Ippocastano a Maderno.
Altri dieci esemplari di alberi singoli e o in gruppo sono
candidati a diventare alberi monumentali per il loro particolare
pregio paesaggistico, naturalistico, storico e culturale oltre
che per l'età e le dimensioni ragguardevoli.
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