Alcuni partecipanti alla manifestazione organizzata da Stop Casteller hanno tentato di entrare nell'aula del Consiglio provinciale, ma sono stati bloccati dalle forze dell'ordine. Un'attivista è riuscita ed entrare ed è intervenuta durante la discussione sul disegno di legge che fissa un contingente di orsi sopprimibili annualmente.
"Questa legge - ha detto - è bracconaggio legalizzato.
Ribellarsi è un diritto e un dovere dei cittadini". In quel momento stava intervenendo in aula la consigliera provinciale della Civica Vanessa Masé. La seduta è stata sospesa per cinque minuti, dopodiché è ripresa.
Alcuni scontri con le forze dell'ordine si sono verificati anche all'esterno del palazzo della Regione. Vedendo l'attivista scortata fuori dalle forze dell'ordine, i manifestanti hanno lanciato alcune palle di vernice sulla facciata.
"Dal 10 febbraio scorso - dichiarano i manifestanti in una nota - è in atto un tentativo di intimidazione e repressione nei confronti della campagna Stopcasteller. Dopo le denunce e i fogli di via, ai volti più noti della campagna, oggi, non è stato consentito l'accesso in aula, nonostante le sedute siano pubbliche".
Secondo Stop Casteller, "non esiste alcuna evidenza scientifica che l'uccisione degli orsi riduca i conflitti e aumenti la sicurezza della comunità. Quello che è certo, però, è che condannerà irrimediabilmente la popolazione ursina all'estinzione e questo Fugatti lo sa benissimo".
L'attivista entrata nell'aula del Consiglio provinciale di Trento ha usato il tesserino di giornalista pubblicista per entrare nel palazzo della Regione, riuscendo così a passare i controlli di sicurezza. Sono in corso accertamenti da parte della Questura di Trento, dopo che la polizia di Stato è intervenuta per portare fuori la manifestante, che in aula ha srotolato uno striscione.
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