Dopo il sequestro delle aree
inquinate dell'ex Sloi e Carbochimica disposto dalla Procura di
Trento, i comitati contrari alla circonvallazione ferroviaria
chiedono che la costruzione dell'opera venga bloccata. Quella di
ieri, secondo i comitati, è solo la "cronaca di un epilogo
annunciato".
"La vera emergenza di questa città è un'emergenza ambientale.
Questa è l'esigenza. La circonvallazione se la portino a casa,
che non serve a nessuno", ha detto Elio Bonfanti del Comitato 11
domande, aggiungendo come la questione ambientale riguardi non
solo le aree poste sotto sequestro ma anche l'ex scalo Filzi. "I
sondaggi lì non sono ancora finiti, ma dai primi tre è emerso un
inquinamento fino a tre metri di profondità di idrocarburi
pesanti", ha affermato Bonfanti.
La richiesta di bloccare l'opera è arrivata durante una
conferenza stampa organizzata nella sala delle associazioni di
via Oss Mazzurana, a Trento, da tutti i comitati contrari alla
circonvallazione. "Una cosa ci unisce saldamente in questo
momento - ha detto l'ingegnere Paolo Zadra della Rete dei
cittadini -, cioè il rifiuto di continuare a sentire menzogne,
di considerare il fatto delle aree ex Sloi un fatto staccato
dalla problematica del bypass. Dire che il terreno non
interferisce con il bypass è una bufala pazzesca", ha aggiunto
Zadra con riferimento alle dichiarazioni rilasciate ieri in una
nota dal sindaco di Trento Franco Ianeselli e dal presidente
della Provincia di Trento Maurizio Fugatti.
I comitati sono scettici anche per il finanziamento promesso
dal sottosegretario Edoardo Rixi dopo la notizia che il bypass
di Trento è uscito dal Pnrr. "L'accordo di programma non sono
soldi stanziati, ma sono soldi individuati come risorse
necessarie per fare certe infrastrutture. Non sono soldi che
stanno nel materasso di Salvini o di Rixi. Allora dico: noi
pensiamo che questo finanziamento non ci sia", ha affermato
Zadra.
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